L’Anac ha presentato un esposto alla procura di Roma su Virginia Raggi. I Cinquestelle, probabilmente, parleranno di nuovo di ‘atto dovuto’ ma la vicenda riguarda la Asl di Civitavecchia da cui per ben due volte il neo-sindaco di Roma ha ricevuto il mandato, retribuito, per il recupero crediti.
La Raggi, spiega La Stampa, viene chiamata in qualità di avvocato nel 2012 per un primo incarico che gli pagato 8mila euro, mentre per il secondo, datato 2014, riceve 5mila euro. Per il primo lavoro la Raggi primo dichiara solo i 1.800 euro ricevuti, ma nel 2015 e per il secondo invece non dichiara proprio nulla. Così facendo il neosindaco della Capitale avrebbe violato l’articolo 14 della legge sulla trasparenza nella pubblica amministrazione che regola i comportamenti di chi ha incarichi politici e amministrativi e deve perciò dichiarare con lì autocertificazione, “i dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, e i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti”. Civitavecchia, dal giugno 2014, è guidata da un sindaco pentastellato, e nel luglio dello stesso anno l’avvocato Raggi, consigliera comunale eletta a Roma nel 2013, riceve il secondo mandato per recuperare 400 mila euro vantati dall’Asl Rm4.
A firmare per lei, tra gli altri, è la funzionaria Gigliola Tassarotti, madre della deputata grillina di Civitavecchia, Marta Grande. La Raggi, dal canto suo, si difende spiegando di non aver mai ricevuto i compensi dalla Asl. Ma la legge riguarda anche “altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e l’indicazione dei compensi spettanti”. Compensi spettanti che non sono stati corrisposti. La vicenda scoppia durante i giorni che precedono il ballottaggio contro Roberto Giachetti e, qualche giorno dopo la vittoria la Procura di Roma apre un fascicolo dopo l’esposto presentato da tale Associazione nazionale Libertà e Progresso, considerata vicina al Pd. Per i magistrati si tratta di un atto dovuto senza indagati e senza ipotesi di reato. Ma è solo il primo atto di una vicenda che ora vede entrare in campo l’Autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone che, dopo aver provato a far chiarezza con un’indagine, invia un’altra segnalazione alla Procura. Stavolta la sindaca di Roma rischia un’indagine per falso ideologico in atto pubblico e una pena che può arrivare fino a sei anni di carcere.
Qualora fosse confermata la violazione delle norme sulla trasparenza il sindaco Raggi potrebbe far pagare una multa all’ex consigliera comunale Raggi. È, infatti, compito dell’amministrazione in carica sanzionare chi ha rilasciato il falso o omesso qualcosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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