C'è un fatto politico che è passato abbastanza inosservato circa un mese. Si tratta della calorosa acclamazione del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al congresso Acli. Pochi hanno notato la grande empatia tra il numero uno del sindacato di Corso Italia e l'organizzazione cattolica presieduta da Emiliano Manfredonia in quanto tutta l'attenzione mediatica era concentrata sulla «rivolta sociale» teorizzata dal segretario contro la manovra del governo Meloni.
Dallo scoppio della guerra in Ucraina si è cementato un fronte pacifista che ha trovato in Landini un valido interprete, spesso pronto a dare la propria testimonianza alle iniziative organizzate dalla Comunità di Sant'Egidio e dalle Acli stesse. Non è un caso che i rapporti tra il segretario Cgil e il fondatore della Comunità, l'ex ministro Andrea Riccardi, siano ottimi.
Questa condivisione di intenti trova riscontro anche nella partecipazione dell'arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, Matteo Zuppi, alla manifestazione per lo sciopero indetto lo scorso aprile da Cgil e Uil. Un'iniziativa che suscitò qualche malumore negli ambienti cattolici meno progressisti in quanto l'evento aveva un obiettivo politico: la cancellazione del Jobs Act attraverso la raccolta delle firme per il referendum, legge tra l'altro promossa da un altro cattolico come l'ex premier Matteo Renzi.
Negli ultimi giorni tanto si discute della nuova costituente per i cristiani di centrosinistra che si chiamerà «Comunità democratica» e che vedrà impegnati Romani Prodi, Pierluigi Castagnetti, Graziano Delrio e l'ex direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. All'incontro, organizzato per il 18 gennaio a Milano, parteciperà anche Manfredonia così come esponenti di spicco - parlamentari e non - che hanno rappresentato la costola cristiano-sociale del Pd. Al di là delle questioni strettamente politiche come la permanenza o meno di questo ipotetico gruppo politico all'interno dei dem, ormai radicalizzati dalla segreteria Schlein, ce n'è un altro di natura economica non meno importante. Se Landini, ormai, è una figura di riferimento (o comunque molto apprezzata) per i cattolici progressisti, è chiaro che l'agenda non potrà essere troppo riformista sia in tema di salari che di contratti di lavoro, temi su cui il segretario Cgil è sempre stato molto intransigente. Anche la questione della «patrimoniale» dovrebbe essere in qualche modo rimessa sul tavolo.
Ma se su questi argomenti i cattolici sono sempre pronti a raggiungere compromessi, molto più difficile sarà accordarsi sulla questione guerra, considerato che per molti cristiani il sostegno a Kiev è un dossier non negoziabile.
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