L'apertura di Renzi: coinvolgere Forza Italia, con loro si può dialogare

Il leader Iv: Berlusconi responsabile sul Mes. Serve un progetto per i prossimi dieci anni

L'apertura di Renzi: coinvolgere Forza Italia, con loro si può dialogare

Alla vigilia di Stati generali che dovrebbero rilanciare l'economia «su un progetto per i prossimi dieci anni», dice Matteo Renzi, è «il momento di aprire all'opposizione». Ma attenzione, aggiunge, «ci sono opposizioni diverse»: quella «nazionalista e populista di Salvini e Meloni», e quella «più seria di Silvio Berlusconi, che sul Mes e non solo si sta muovendo con grande senso di responsabilità».

E dunque, secondo l'ex premier, va coinvolto nella ricostruzione post Covid, ora che «dopo la strage di vite umane occorre ripensare l'Italia dei prossimi lustri». Su «alcune cose che voglio proporre al governo è d'accordo anche Berlusconi», sottolinea Renzi, che - almeno ufficialmente - fa mostra di apprezzare le aperture tutte nuove del Pd zingarettiano verso il Cavaliere. Anche se, fanno notare da Iv, «questa maggioranza non è capace di avere un dialogo costruttivo con le opposizioni, neppure ora che servirebbe. Basta vedere quel che è successo sul decreto scuola: se continui a prenderli a calci nei denti, è difficile che poi vogliano collaborare con il governo».

I rapporti di Iv con il premier Conte sono «pressoché inesistenti», come sono sempre stati. Ma ora che il Pd si è messo a litigare con il presidente del Consiglio, e a cercare di ridimensionarlo, Matteo Renzi ride sotto i baffi.

«È bastato che Conte facesse la pace con noi - ironizza - e subito altri hanno iniziato a prendere le distanze dal primo ministro, chissà perché». Per ora Conte è in sella, apparentemente indiscutibile. Ma in casa renziana si nutre la convinzione che la pace apparente non durerà a lungo: «Tra quattro mesi, se non ci sarà una gestione straordinaria dell'emergenza, rischiamo di ritrovarci con una situazione drammatica i forconi per strada ad assediare i palazzi», paventa il coordinatore Ettore Rosato. «Finora il risultato è paradossale: questo governo ha distribuito 80 miliardi, cifre mai viste prima. Eppure in Italia sono tutti imbufaliti, persino i produttori di mascherine: qualcosa non ha funzionato».

Intanto, Renzi cerca di uscire dalla trappola dei sondaggi che lo inchiodano a percentuali irrisorie, e di radicare anche sul territorio un partito per ora esile. Per questo, due giorni fa, ha annunciato a sorpresa che Italia viva sarà presente in tutte e sei le regioni dove si voterà - probabilmente- in autunno: Toscana, Campania, Puglia, Liguria, Marche, Veneto. «Così, finalmente, conteranno i voti e non i sondaggi», dice. «E garantiamo che sarà una campagna elettorale difficile e con tanta fatica, ma ci divertiremo sicuramente come spesso accade durante le campagne elettorali. Non c'è occasione migliore per avvicinare nuove persone». I renziani correranno da soli in Veneto (dove si è vociferato persino di appoggi a Zaia) e in Puglia, dove la guerra contro l'uscente Emiliano è dichiarata: «Faremo il possibile per farlo perdere», dice Ettore Rosato. È possibile che il candidato renziano sia Ivan Scalfarotto. In Campania invece si appoggerà l'attuale (e fortissimo) governatore Vincenzo De Luca. Nella sua Toscana, con l'appoggio a Eugenio Giani, Renzi sarà impegnato in prima linea, e conta su un buon risultato. In Liguria, infine, è molto probabile la rottura con un centrosinistra pronto ad allearsi con i grillini.

«Non staremo con candidati molto spostati a sinistra e compromessi con un'ala del M5S contraria alle infrastrutture», avvertono da Iv.

«Siamo incompatibili con chi, ad esempio, non si schiera apertamente per un'opera essenziale come la Gronda». Nessun appoggio, insomma, a un candidato come Ferruccio Sansa, giornalista del Fatto proposto da M5s e probabilmente accettato dal Pd.

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