L'annuncio della partecipazione di Marine Le Pen a Pontida ha inevitabilmente animato il dibattito sulle alleanze dei partiti del centrodestra in vista delle elezioni europee, non a caso la sua figura da sempre suscita una forte polarizzazione non solo in Francia ma anche in Europa con una divisione tra chi la considera la paladina della droite francese e chi la giudica un leader di estrema destra. In realtà il percorso politico della Le Pen non può essere riassunto in una singola definizione e sarebbe riduttivo etichettare il suo partito come una forza di destra, almeno non nel senso tradizionale del termine. Il Rassemblement National è infatti un partito sovranista con un substrato post ideologico come dimostra l'appello che la Le Pen fece agli elettori di Melenchon nel primo ballottaggio poi perso con Macron.
Figlia d'arte, suo padre Jean-Marie è stato per anni il leader del Front National, partito di cui la Le Pen ha assunto la guida nel 2011 cercando di imporre una linea più istituzionale rispetto a quella paterna. È dell'anno successivo la candidatura alle elezioni presidenziali ottenendo il 17,9% e classificandosi al terzo posto dopo Hollande e Sarkozy. Nel 2014 il boom alle europee con il Front National primo partito, mentre nel 2017 la candidatura alle presidenziali con il ballottaggio poi perso contro Macron. Alla luce di questo risultato decide di dar vita al processo di rinnovamento che porta il Front National a cambiare nome nel 2018 diventando Rassemblement National con il tentativo di superare il cordone sanitario creato attorno alla famiglia Le Pen e cercando di offrire un'immagine più rassicurante con posizioni meno estreme su Europa e immigrazione. Dopo l'exploit alle europee del 2019, nel 2022 l'ultima candidatura a presidente arrivando al ballottaggio ma perdendo di nuovo contro Macron, nel mentre la decisione di fare un passo indietro e lasciare la guida del partito al suo delfino Jordan Bardella. Un ruolo che per anni si pensava sarebbe spettato alla nipote Marion fino alla rottura tra le due, l'abbandono della politica da parte della più giovane e la scelta di cambiare cognome passando da Le Pen a Maréchal. La successiva decisione di Marion di appoggiare il nuovo partito di Eric Zemmour Reconquete alle presidenziali è stata letta da molti proprio come un modo per contrapporsi alla zia e l'annuncio di pochi giorni fa di Marion Maréchal di candidarsi come capolista alle europee con Reconquete, è un nuovo capitolo del travagliato rapporto zia-nipote con conseguenze anche sulla politica italiana.
Se Marine Le Pen è infatti da anni legata a Matteo Salvini e alla Lega e il suo partito fa parte del gruppo Id, l'idea di Marion è dar vita a un partito conservatore in Francia sul modello di Fratelli d'Italia che possa poi aderire all'Ecr. Il suo obiettivo è prendere parte dei voti che in passato andavano ai repubblicani e parte dell'elettorato del Rassemblement National, un disegno che Bardella e Marine Le Pen non vedono inevitabilmente di buon occhio.
Ad oggi il loro partito è saldamente in testa ai sondaggi con un Macron in forte crisi e un Partito repubblicano che stenta a decollare. Per confermare le previsioni dei sondaggi, la Le Pen punterà sui cavalli di battaglia di sempre: criticare l'Unione europea contestando le politiche green e sull'immigrazione. Proprio l'immigrazione, anche alla luce degli scontri in Francia delle settimane passate ormai non più solo nelle banlieues, sarà uno degli argomenti su cui più si concentrerà la campagna elettorale delle europee. Posizioni da sostenere insieme ai dubbi sulla linea dell'Occidente nella guerra in Ucraina che non sono mai mancati nel partito anche sollecitando un anti americanismo di fondo che da sempre caratterizza la politica francese.
A prescindere dalla percentuale che otterrà alle europee, di sicuro il dibattito sulle alleanze del centrodestra passa per la Francia e perciò per Marine Le Pen, per questo occorre seguire con attenzione le sue prossime mosse.
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