"Laudati? Lo aspettiamo in Antimafia. Chi minimizza vuole proteggere Cafiero". Intervista a Maurizio Gasparri

Il commissario: "Il grillino era a capo della Dna"

"Laudati? Lo aspettiamo in Antimafia. Chi minimizza vuole proteggere Cafiero". Intervista a Maurizio Gasparri
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L'azzurro Maurizio Gasparri, membro della commissione parlamentare antimafia, insiste affinché si vada «fino in fondo» sull'inchiesta della Procura di Perugia che ha scoperchiato il «verminaio», come l'ha definito il Procuratore Raffaele Cantone, degli accessi abusivi alle banche dati della Direzione nazionale antimafia per cui sono indagati il finanziere Pasquale Striano e l'ex magistrato Antonio Laudati.

Quali saranno le prossime audizioni?

«Sentiremo Giovanni Russo, ex procuratore aggiunto alla Dna (estraneo alle indagini ndr), e di nuovo il Procuratore Cantone. Chiederò di sentire anche l'attuale capo della Dna, Giovanni Melillo, per capire meglio alcuni aspetti che sono emersi. E poi dobbiamo sentire i due indagati, Pasquale Striano e Antonio Laudati».

Laudati ha chiesto di essere audito, ma la presidenza della Commissione ha comunicato al suo avvocato che al momento non lo ritiene opportuno. Forse anche perché si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm di Perugia.

«Noi Laudati lo vogliamo sentire eccome, e solleciteremo la presidenza a farlo, perché la commissione siamo tutti noi e questa vicenda deve uscire dall'inerzia. Noi siamo la Commissione antimafia, abbiamo il diritto di agire e il dovere di agire. Può darsi che i due indagati non vogliano rispondere ai magistrati, ma magari alla commissione sì».

Come si concilia il vostro lavoro con quello della Procura, visto che le indagini sono in corso?

«La Commissione non deve chiedere il permesso di fare il proprio lavoro, ha poteri specifici e particolari, dobbiamo rispettare le regole e i rapporti istituzionali, comprese ovviamente le indagini dell'autorità giudiziaria, ma non dobbiamo sentirci limitati se riteniamo che alcune cose siano nelle nostre facoltà e nei nostri doveri».

Per alcuni giornali l'ipotesi che vi siano dei mandanti sarebbe una ricostruzione fittizia, Cantone invece, come si legge dagli atti, non esclude questa pista di indagine.

«Cantone ha chiesto degli arresti, è una decisione grave e ha mandato il fascicolo alla Commissione. Non consentiremo che venga tutto derubricato a un affare di quattro amici al bar che guardano dal buco della serratura, è un enorme scandalo scoppiato nel cuore della Dna, che è un presidio della legalità e della lotta al terrorismo. Quelli che vogliono minimizzare non vorrei che lo facessero per non urtare la suscettibilità di qualcun altro».

A chi si riferisce?

«Il vicepresidente della commissione antimafia, il grillino Cafiero De Raho, che era capo della Dna quando Striano effettuava le ricerche. Cafiero non è coinvolto nell'indagine ma c'è un gigantesco conflitto di interesse».

Chiederà che si astenga dal partecipare alle audizioni?

«Io ho chiesto che si dimetta dall'incarico, il fatto che non assista alle audizioni è il minimo sindacale, sono vicende che riguardano il suo operato passato. Ed è curioso come i Procuratori nazionali della Dna poi finiscano in Parlamento con la sinistra e i M5s. Prima di De Raho, già Grasso e Roberti. Non voglio dare colpe o responsabilità a nessuno, ma è un dato di fatto».

Sentirete i vertici della Guardia di Finanza?

«Vedremo chi convocare, voglio capire chi abbia spalleggiato Striano, chi lo abbia caldeggiato e sponsorizzato nel tempo».

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