Un autobus di linea, che ieri stava facendo un servizio navetta e trasportava turisti, in fiamme a Mestre dopo un volo di una quindicina di metri da un cavalcavia. Una tragedia con un bilancio pesantissimo: ventun vittime, tra cui due bambini e 18 feriti. È successo poco dopo le 19,40 in via Elettricità, in prossimità del cavalcavia Rizzardi. A bordo del veicolo de La Linea, che lavora per Actv, molti stranieri rimasti incastrati tra le lamiere, mentre l'autobus andava a fuoco e i primi soccorritori faticavano a tirarli fuori. «Una scena apocalittica», la descrive su Twitter il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che è accorso sul posto nell'immediatezza del disastro, sconvolto per quello che si è trovato davanti agli occhi. In un primo momento si era creduto che l'autobus trasportasse persone uscite dal lavoro, che da Venezia tornavano a Marghera, poi il sindaco ha chiarito che nonostante fosse un pullman di linea, non stava svolgendo un servizio ordinario, bensì un trasporto di turisti da Venezia al campeggio Hu di Marghera, una struttura che si trova all'inizio della strada Romea e fornisce un servizio di navetta per Venezia. Per questo era stato noleggiato l'autobus della società La linea che collega il camping a Venezia. «Parecchie delle vittime erano straniere, abbiamo trovato dei passaporti ucraini - ha detto Brugnaro a Rai News 24 -. C'erano anche diversi bambini. Molte persone però si sono salvate e sono rimaste bloccate all'interno del bus». Il veicolo è uscito completamente di strada, volando giù dal cavalcavia della bretella che da Mestre porta verso Marghera e l'autostrada A4. Nel primo tratto a scorrimento veloce, in discesa, il pullman ha sfondato il guardrail, che non ha retto. Il mezzo è precipitato sui cavi dell'alta tensione, incendiandosi e finendo tra un magazzino e i binari della stazione di Mestre. Alcune delle vittime sarebbero morte carbonizzate prima che i soccorritori riuscissero ad estrarle dalle lamiere, perché il pullman era schiacciato su se stesso, rendendo più difficile il recupero delle salme.
Dopo il terribile impatto le fiamme si sono propagate velocemente, forse generate dall'esplosione del serbatoio del pullman che conteneva metano e poi alimentate dallo stesso gas. L'ultimo corpo tirato fuori è stato quello dell'autista, ha spiegato il prefetto di Venezia, Michele Di Bari. Quindici i passeggeri sopravvissuti. La circolazione sulla linea ferroviaria che collega Mestre a Venezia è stata interrotta per motivi di sicurezza e poi ripristinata. Sul posto sono intervenute decine di ambulanze, squadre di vigili del fuoco e forze dell'ordine. L'Usl 3 di Venezia ha attivato il protocollo delle grandi emergenze, mettendo in allerta tutti i pronto soccorso della zona e richiamando il personale. La dinamica è ancora da accertare, ma dai primi rilievi emerge che il bus è precipitato dopo avere urtato violentemente la doppia barriera di protezione del cavalcavia della bretella. Poi si è schiantato giù, capovolgendosi, e finendo in fiamme nei pressi dei binari della stazione di Mestre. La polizia stradale sta verificando la traiettoria, eventuali segni di frenata, le condizioni del manto stradale. Per ora tutte le ipotesi sono aperte, dal malore improvviso al colpo di sonno fino ad un possibile guasto.
In serata è arrivato il console a Venezia della Bulgaria e in molti si sono radunati davanti al campeggio Hu di Marghera per avere informazioni che permettano di identificare le vittime, fra i morti ci sono anche 5 ucraini, un turista tedesco e l'autista italiano di 40 anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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