«Nessuna bomba sociale», dice il ministro del Lavoro Maria Calderone. Non la preoccupano le proteste di Napoli dopo la fine del reddito di cittadinanza per i cosiddetti occupabili: «I numeri ci dicono che la situazione è gestibile». Ma la tensione è alta, come dimostrano le minacce arrivate via social alla premier Meloni. Ed è arrivato anche il momento della verità, per capire l'esito della scommessa fatta dal governo contro la misura voluta dal M5s.
Da domani entra in funzione la nuova piattaforma per la ricerca di lavoro, il Siisl (Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa), e da domani si potrà fare la domanda per il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), il nuovo strumento per gli occupabili che escono dal reddito, stimati in circa 140mila nuclei familiari. «È la prima pietra. Poi ci sarà la costruzione del percorso per l'Assegno di inclusione», dal primo gennaio 2024, spiega il ministro.
Già a fine luglio sono arrivati gli sms dell'Inps ai nuclei familiari che non hanno minori, disabili o over-60, con la comunicazione dello stop al sussidio. Ora si riparte da quello che è sempre stato l'anello debole del reddito, la congiunzione tra domanda e offerta di impiego, le cosiddette politiche attive del lavoro. Un vero fallimento, a partire dai centri per l'impiego, buco nero che ha registrato percentuali risibili nella capacità di collocamento dei beneficiari del reddito. Al nuovo portale si potranno rivolgere i soggetti occupabili tra i 18 e i 59 anni: «L'età media è 40 anni. Questo Paese non può permettersi di non fare di tutto per chi può lavorare», spiega Calderone. La procedura per richiedere il supporto per la formazione «sarà attiva dalla mezzanotte e un secondo di domani sera, non è un click day e non c'è un problema di esaurimento delle risorse - precisa - le persone potranno fare domanda e si attiveranno i processi. Anche perché il 60% dei soggetti usciti dal reddito tra luglio e agosto «hanno già una politica attiva in corso». L'iter per chi si iscrive prevede un contributo di 350 euro al mese, per massimo 12 mesi, ma solo se si segue il percorso che parte dalla registrazione alla nuova piattaforma e punta all'inserimento nel mercato del lavoro, alla formazione o riqualificazione. Un progetto che «ha dimensioni molto più ampie» sottolinea il ministro, ed «è un omaggio a Marco Biagi, il più visionario, il più importante riformista in tema di lavoro».
Il nuovo sistema di ricerca per Calderone «mette in rete il mondo del lavoro: le regioni, il ministero, l'Inps, i centri per l'impiego, le agenzie private per il lavoro, gli enti per la formazione». Finora infatti i centri per l'impiego avevano gestito da soli il reinserimento lavorativo delle persone. Ed ecco «la vera novità: la sinergia con le Regioni e le agenzie private per il lavoro». Ma il sistema è per tutti: «Non è destinato solo agli ex percettori del reddito e alla platea dei nuovi soggetti dell'Assegno di inclusione», dice il ministro. Anzi «sarà il luogo di incrocio tra domanda e offerta di lavoro e di formazione.
Non abbiamo inventato niente di nuovo, abbiamo valorizzato quello che abbiamo già: una grande mole di dati, che finora si sono parlati con sistemi differenti». Preoccupati i sindacati. La Cisl chiede un confronto per un Patto sociale, la Cgil di Maurizio Landini attacca e chiede il ripristino del sussidio: «Il governo sta lasciando le persone sole nella loro disperazione».
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