Lavoro, studio e viaggi: ecco cosa cambierà ora

Brevi soggiorni? Zero problemi, più dura cercare posto. Università più cara ed Erasmus a rischio

Lavoro, studio e viaggi: ecco cosa cambierà ora

Fosse successo a un altro Paese, fosse successo a noi per esempio, si potrebbe sperare in un periodo sufficientemente lungo di vacatio, per cui l'uscita dal sistema comunitario europeo non comporta nessun cambiamento, vista la necessita di convertire il risultato del referendum in atti legislativi concreti. Trattandosi, però, della Gran Bretagna c'è da scommettere che si passerà in fretta dalle parole ai fatti. Tanto che il premier David Cameron ha già annunciato le sue irrevocabili dimissioni. Quindi cosa accadrà ora che l'Inghilterra tornerà a essere a tutti gli effetti un'isola?

VIAGGI

Andare in Inghilterra (o Scozia o Galles) non comporterà certo la necessità di munirsi preventivamente di un visto turistico. Basta, insomma, il passaporto. Stessa cosa per gli inglesi che vogliono venire nel Belpaese. Semmai il problema ce lo avranno loro quando dovranno cambiare (ma non c'è fretta) tutti i passaporti britannici che in copertina hanno stampato il simbolo e la scritta della Comunità europea.

VIAGGI DI STUDIO

Tanti giovani scelgono ovviamente la Gran Bretagna per ragioni di studio. Il miglior metodo per imparare la lingua è ovviamente lavorare in Inghilterra. Questo sarà un po' più complicato di prima. Verrà a cadere (ma ancora non si sa quando e in quali termini) il principio del libero movimento dei lavoratori, quindi coloro che intendono trovarsi un impiego temporaneo avranno tre mesi di tempo (quanto dura ovviamente il periodo considerato «turistico») per trovarlo. Una volta trovato, sarà un po' più complicato di prima dal punto di vista strettamente burocratico il visto di lavoro. Ma non impossibile.

UNIVERSITÀ

Di sicuro cambieranno le tasse universitarie per i non residenti. E quindi per gl'italiani che intendono studiare in un ateneo inglese. Le università, però, a poche ore dall'esito del referendum, hanno fatto sapere che almeno per l'anno accademico 2016-2017 le tasse universitarie per gli studenti italiani saranno ancora le stesse che per quelli inglesi.

ERASMUS

Con la Brexit l'Inghilterra esce ufficialmente dal sistema Erasmus. Una brutta notizia per tutti, secondo Mario Panizza, rettore dell'Università Roma Tre. «Non sarà più consentito agli studenti italiani ed europei avere scambi con i loro colleghi inglesi. La Brexit determinerà un depauperamento in termini scientifici e culturali». Un peccato visto che proprio il sistema Erasmus aveva permesso una maggiore facilità di scambi e una forte riduzione dei costi di formazione. Insomma grazie al sistema di scambio la formazione internazionale non era più solo appannaggio dei ricchi.

WELFARE

Forse è uno dei nodi più complicati da sciogliere. Di sicuro c'è solo la dichiarazione di Cameron. Il premier inglese ha assicurato che i diritti acquisiti non verranno meno con la Brexit. Significa, almeno stando a queste parole, che gli italiani residenti in Inghilterra (quasi mezzo milione) continueranno a godere del sistema sanitario inglese e di quello pensionistico-assicurativo. Stessa sorte dovrebbe toccare ai tanti pensionati inglesi che hanno scelto di vivere in Spagna e Portogallo (oltre 300mila).

BANCHE

«L'uscita del Regno Unito dall'Europa avrà conseguenze pratiche anche per diverse istituzioni finanziarie estere presenti in Italia - spiega Guido Rosa, presidente dell'Aibe (l'associazione che riunisce le banche estere in Italia) -. Le filiali italiane di banche estere che fino a oggi erano considerate europee grazie al passaporto Ue (quindi non solo quelle inglesi ma anche quelle extraeuropee che utilizzavano Londra come base per operare in Europa), da oggi saranno considerate extraeuropee e, come tali, non usufruiranno delle facilitazioni delle banche comunitarie che riguardano la libertà di apertura di sportelli e la dotazione patrimoniale, cioè il fondo di dotazione». «La normativa europea di Vigilanza - aggiunge - consente alle sole banche europee di poter finanziare le proprie necessità di capitale grazie a un finanziamento dalla casa madre senza ricorrere a capitali propri. Questo fatto che comporta alti costi, complicazioni procedurali e tempi lunghi, potrebbe convincere alcune banche extra Ue a trasferire le proprie sedi europee in altre piazze finanziarie all'interno del perimetro comunitario».

INVESTIMENTI

Il fatto che la sterlina sia scesa ieri ai livelli del lontano 1985 potrebbe essere un'opportunità per tutti. Di sicuro con l'uscita dell'Inghilterra dal rigido sistema comunitario si possono verificare due scenari diametralmente opposti. «Da un lato - spiega Leah Dunlop, managing partner dello studio legale internazionale Hogan & Lovells, con sedi in oltre 45 Paesi - gli investitori stranieri potrebbero sentirsi rassicurati dal fatto che, uscendo dalle ferree regole sugli aiuti di Stato, l'Inghilterra o meglio le sue aziende potrebbero apparire come un investimento sicuro.

Dall'altro, però, c'è da registrare il crescere dell'incertezza politica interna in Gran Bretagna. Agli occhi degli investitori stranieri questo potrebbe far apparire più appetibile la stabilità di Paesi come Spagna, Italia e la stessa Germania».

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