L'Azienda Stato in campo: più fondi a enti e ministeri

Oggi fiducia sul decreto PA alla Camera. L'obiettivo è avvicinare i giovani e trattenere i migliori manager

L'Azienda Stato in campo: più fondi a enti e ministeri
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Arriva oggi alla prova della fiducia in Aula alla Camera il decreto legge sulla Pubblica amministrazione. Il provvedimento, elaborato dal ministro della Pa Paolo Zangrillo, ha una portata ampia e interviene sul reclutamento delle risorse, la stabilizzazione dei precari e il funzionamento degli enti pubblici. Tra le misure principali spicca la creazione di un fondo da 190 milioni di euro all'anno, destinato a rafforzare i contratti integrativi del personale dei ministeri e della Presidenza del Consiglio, nell'ottica di una progressiva armonizzazione dei trattamenti economici accessori con quelli delle agenzie fiscali. I premi di risultato, comunque, non potranno essere corrisposti a più del 30% del personale.

La vera novità è nel reclutamento dei dirigenti. Come ha spiegato Zangrillo, a fianco dei concorsi ordinari viene istituito «un percorso che consente di attribuire a chi ha la responsabilità della gestione delle persone di promuovere i meritevoli». Non si tratta, ovviamente, di una cooptazione ma di un'autocandidatura presentata nei 5 anni precedenti che poi viene sottoposta al vaglio di un a commissione con membri esterni. In caso di esito positivo si ottiene un incarico temporaneo che poi può essere rinnovato e che può concludersi con la stabilizzazione definitiva nel ruolo.

Il decreto punta anche a rendere la Pa più attrattiva per i giovani e le professionalità qualificate. Viene consentito agli enti territoriali di assumere funzionari diplomati presso gli Its Academy, valorizzando le competenze tecniche anche attraverso percorsi formativi integrati come il progetto «Pa 110 e lode». I giovani assunti a tempo determinato potranno proseguire il rapporto di lavoro dopo la laurea, previo esito positivo della valutazione del servizio prestato.

Sul fronte dei concorsi pubblici, il decreto rafforza la Commissione Ripam per rendere più rapide ed efficaci le selezioni, e proroga fino al 2025 la sospensione della cosiddetta «norma taglia-idonei», favorendo così un maggiore utilizzo delle graduatorie esistenti. Per il personale già in servizio, viene favorita la stabilizzazione degli assunti con contratti di apprendistato e formazione-lavoro. Prevista anche la mobilità volontaria per il 15% dei posti, con priorità per chi proviene da altre amministrazioni. Al comparto scolastico, il decreto dedica una misura di assistenza sanitaria integrativa, con una copertura di 220 milioni in cinque anni, da negoziare in sede contrattuale.

Sul piano degli emendamenti, tra i più significativi figura l'aumento del fondo per il trattamento accessorio da 190 a 250 milioni annui, con l'estensione del beneficio anche al personale degli enti locali. Le modalità di riparto saranno definite con decreto del Mef, previo accordo in sede di Conferenza Stato-Città. In questo modo si punta a evitare la fuga dei dipendenti verso i ministeri più generosi. Un'altra modifica consente ai medici di famiglia (medicina generale; ndr) di restare in servizio fino a 71 anni, su base volontaria, per rispondere alla carenza di professionisti. La misura, in vigore fino al 2026, potrà essere applicata previo consenso dell'interessato e per un solo anno oltre il limite ordinario di età.

È stato inoltre approvato lo sblocco del salario accessorio negli enti locali virtuosi: potranno aumentare la componente stabile delle risorse decentrate fino al 48% della spesa per stipendi 2023, purché in equilibrio finanziario pluriennale.

Escluse dalla riduzione del turnover le Fondazioni lirico-sinfoniche e i teatri di interesse culturale, mentre sarà più facile stabilizzare i 6mila addetti all'Ufficio del processo. Il ministro Urso, infine, ha fatto approvare un correttivo che semplifica gli iter autorizzativi per progetti strategici con la nomina di un commissario straordinario.

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