Il leader adesso è all'angolo. Liti e faide dentro il Cremlino. Patrushev in pole per il trono

Il cerchio magico a pezzi Il segretario del Consiglio di sicurezza favorito per la successione ma c'è pure il premier Mishustin

Il leader adesso è all'angolo. Liti e faide dentro il Cremlino. Patrushev in pole per il trono

Ufficialmente Putin tira dritto per la sua strada, concedendosi persino un blitz in Crimea, ma il mandato di cattura internazionale pesa come un macigno nelle stanze del Cremlino. Quanto sentenziato dalla corte dell'Aia potrebbe provocare un cambiamento degli equilibri interni, soprattutto da quando il «cerchio magico», il gruppo di nove fedelissimi dello zar di Mosca, si sta smarcando alla spicciolata. Secondo il rappresentante degli 007 militari dell'Ucraina, Andrey Yusov, l'atmosfera al Cremlino si sta facendo cupa. Al canale televisivo Channel 5 Yusov sostiene che Mosca sia alla ricerca di un successore. «L'insoddisfazione è crescente per quanto sta accadendo. C'è consapevolezza della catastrofe geopolitica del regime. Non è più Putin a cercare un erede, ma sono i suoi ex amici che non vedono l'ora di detronizzarlo».

Secondo gli analisti, in questo momento sarebbero due i papabili per un dopo-Putin. Il primo della lista è Nikolai Patrushev amico del presidente russo fin dai tempi del Kgb. È il segretario del Consiglio di Sicurezza, e ha occhi e orecchie ovunque. Sostenitore dell'Operazione Speciale fin dal primo momento, ha trascorso gli ultimi vent'anni dietro le quinte e ha molta influenza su Putin. Attraverso il figlio Dmitry, attuale ministro dell'Agricoltura, controlla il consiglio d'amministrazione di Gazprom. Vale la pena ricordare che il comparto agricolo è stato tra i meno colpiti dalle sanzioni estere e si sta espandendo per via della crescente domanda. Dietro le quinte potrebbe tramare anche il premier Mikhail Mishustin. Putin aveva affidato a lui la compilazione delle riforme costituzionali per diventare presidente a vita, ma ora i due sarebbero in rotta di collisione. Da aggiungere che Putin non ha ancora annunciato di ricandidarsi alle elezioni del 2024, e uno dei motivi potrebbe essere il fatto che tra molti esponenti della sua classe dirigente sia ormai meno popolare dopo la fallimentare campagna militare che ha iniziato il 24 febbraio di un anno fa.

I problemi per la Russia non albergano solo nelle stanze del Cremlino, ma anche sul campo di battaglia. Il braccio di ferro tra il comandante in capo dello stato maggiore Gerasimov e il proprietario della milizia Wagner Prigozhin si è trasformato in una frattura insanabile. Le vittorie dei mercenari a Bakhmut hanno finito per tramutarsi in un boomerang per il ministro della Difesa Shoigu. I due eserciti avevano già collaborato in Siria, ma all'epoca si trattava solo di alcuni raid aerei o terrestri. L'Ucraina è tutta un'altra storia. I maggiori successi dell'Operazione Speciale sono infatti arrivati da squadre di mercenari, reclutati da un oligarca ex galeotto, composte tra detenuti condannati per crimini gravi (omicidi, rapine e stupri), che rivendica per la sua armata regole private, inclusa l'esecuzione pubblica a martellate dei traditori. Prigozhin non perde occasione per attaccare pubblicamente i vertici militari russi, diffondendo video dove i suoi soldati lanciano insulti a Gerasimov (che ha chiesto la censura), e rivendicando polemicamente il merito esclusivo della conquista di Bakhmut. Sono comportamenti impensabili nelle gerarchie di una Russia che storicamente ha sempre lavato i panni in casa. I video della Wagner hanno fatto crollare uno dei punti di forza che Putin offriva al suo elettorato, ovvero quello di uno stato d'acciaio e monolitico. Purtroppo il patto infernale firmato con un'armata di pericolosi galeotti (ne verranno assoldati dalle carceri altri 30mila a maggio) ha messo in crisi questa percezione.

Putin appare ridimensionato e la legge, firmata ieri, che prevede la responsabilità penale e amministrativa per chi compie azioni pubbliche volte a screditare qualsiasi partecipante che opera sul teatro ucraino, compresa appunto la Wagner, è un ulteriore segno di debolezza.

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