Bruxelles. Mercoledì il ritorno a Roma, dove mancava dalle consultazioni dello scorso febbraio. Ieri quello a Bruxelles, dove non veniva da prima della pandemia. Quarantotto ore in cui Silvio Berlusconi mette indietro le lancette dell'orologio e torna al centro dello scena come non accadeva da tempo. Non solo il vertice del Ppe all'Hotel Stanhope, ma pure un lungo pranzo con Angela Merkel, ormai prossima al congedo dalla politica. Un altro dei tanti leader - italiani ed europei - che il Cavaliere ha visto andare in pensione prima di lui. Un elenco ormai quasi infinito, da Achille Occhetto a George Bush. Berlusconi, invece, si presenta a Bruxelles sprizzando un entusiasmo che non si preoccupa troppo né della pioggia né del freddo. Tanto che si concede lungamente a cronisti e telecamere. Al suo arrivo al summit dei Popolari europei ma pure prima di ripartire per l'aeroporto.
L'obiettivo è quello di mandare un messaggio chiaro: resto io il garante dell'area moderata, sia rispetto al governo italiano che alle istituzioni europee. E, ovviamente, con uno sguardo alla partita del Quirinale, che dovrebbe aprirsi martedì 18 gennaio con la prima votazione del Parlamento in seduta comune. Anche se sul punto si schernisce con un sorriso. «Come vede Berlusconi al Colle?», gli chiedono i cronisti. «Lo vedo in forma, dopo un po' di acciacchi dovuti al Covid. Ma per il momento non ha idea al riguardo», svicola cauto. Per poi immaginare per Mario Draghi un futuro a Palazzo Chigi fino alla fine della legislatura. L'ex Bce, uno dei principali pretendenti al Colle, «sarebbe certamente un ottimo presidente della Repubblica», ma «mi domando se il suo ruolo attuale, continuando nel tempo, non porterebbe più vantaggi al suo Paese». Insomma, meglio a Palazzo Chigi che al Quirinale.
Poi si passa alla tenuta del centrodestra, perché a Bruxelles sono arrivati gli echi delle ultime vicende italiane e perché in molti nutrono dubbi sulla collocazione della Lega al Parlamento Ue. Berlusconi non si scompone, dispensa sorrisi e assicura che «ci deve essere assoluta tranquillità da parte dei leader europei sul fatto che il centrodestra italiano è lontano da ogni estremismo e ritorno al passato». E ancora: «La Lega è ormai molto lontana dal sovranismo». Anche se, certo, sarebbe bene che Matteo Salvini evitasse «contrasti» con Luciana Lamorgese. Un ministro, aggiunge, del governo Draghi che «sosteniamo convintamente». Poi si concede una battuta sul suo ruolo di tutor. Perché, spiega, «i miei alleati hanno la metà della mia età». Insomma, «capirai se devo preoccuparmi», visto che «io sono il professore in cattedra e loro gli allievi». Infine, l'affondo sulle tensioni interne a Forza Italia. Berlusconi chiama in causa il ministro Mariastella Gelmini: «Non so cosa sia successo, le sue parole sono assolutamente contrarie alla realtà. C'è sempre stata una riunione a settimana con i tre ministri di Forza Italia». Tutti d'accordo, però, nel prendersela non tanto con l'ex premier quanto con il suo staff. Così, prima di entrare in macchina in direzione aeroporto, Berlusconi sarà ancora più netto. Accanto a lui ci sono la senatrice Licia Ronzulli, il coordinatore azzurro Antonio Tajani e la compagna Marta Fascina. Il Cavaliere alza un filo il tono della voce e affonda il colpo: «La Gelmini? Non so cosa le è preso a quella là!». Ma a far male è soprattutto il gesto con cui accompagna quelle parole, alzando la mano e girando le dita, come a mimare qualcosa di non proprio equilibrato.
Ma quelle dentro Forza Italia Berlusconi le considera beghe passeggere. L'attenzione è su altro, dalla partita per il Colle agli equilibri interni alla maggioranza. Per non parlare di quanto il Cavaliere abbia apprezzato il lungo pranzo con la Merkel, uno dei principali leader nella storia europea con cui, come è noto, non sempre i rapporti sono stati idilliaci. Invece il colloquio è stato cordiale, a tratti amichevole. Si sono ripromessi di vedersi a breve, perché l'ex Cancelliere ha intenzione di venire spesso in Italia. «Sai che amo il vostro Paese», dice lei. E poi «tuo marito insegna a Torino», gli fa eco il leader di Forza Italia. Che per l'occasione ha regalato alla Merkel un pezzo di antiquariato della sua collezione privata: «Mancherà all'Europa una figura come la tua».
Ma la giornata non è ancora finita.
Lo sarà solo nel tardo pomeriggio, quando Berlusconi è già rientrato ad Arcore. Viene raggiunto al telefono con la notizia dell'assoluzione a Siena nel processo Ruby ter. Il Cavaliere è quasi incredulo: «Sono soddisfatto e sollevato, davvero una bella giornata».
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