Che abbiano le idee decisamente confuse è chiaro fin dalla firma: «il collettivo delle SUVversiv*» (schwa finale), con un gran mischione di desinenze maschili e femminili e neutre, pure scoordinate tra di loro. Ma pare che ormai a Milano non ci siano più limiti all'eco-delirio che viaggia rapido, con una velocità inversamente proporzionale ai 30 all'ora sognati dall'amministrazione cittadina. Un eco-delirio che rischia di dilagare parecchio, a quanto pare, abbracciando tutte le lettere dell'alfabeto delle aree B,C, tra gabelle mascherate da misure ecologiste a strisce gialle e blu. D'altronde quando l'ideologia è forte, l'estremismo è sempre in agguato, senza dover scomodare la solita mamma degli imbecilli che, si sa, eccetera eccetera...
Non dovevano essere, infatti, proprio due gatti, i «SUVversiv*» che mercoledì notte hanno preso di mira decine di auto parcheggiate in via Mameli, in una zona centrale della città. Non auto qualunque, ma Suv. Loro invece vandali qualunque, travestiti da ecologisti che non si sono limitati a sgonfiare le ruote, ma hanno lasciato sui parabrezza dei veicoli un ancor più delirante volantino firmato dal Collettivo «suvversivo» «con amore e resistenza». «Non prenderlo sul personale, non ce l'abbiamo con te, ma con la tua auto di lusso» si sarebbero voluti giustificare con i poveri automobilisti che ieri mattina saranno scesi per andare a lavorare, portare i ragazzi a scuola, andarsi a fare i fatti loro con il mezzo che gli pare e anche piace (sarà mica un delitto?) e si sono ritrovati letteralmente a terra. Con tanto di lezioncina. «Perché l'abbiamo fatto?» e giù una sciorinata di ragioni che toccano tutti i temi dello scibile umano, dall'ecologia al diritto (a senso unico) all'urbanistica scomodando persino la psicologia. «La posizione più elevata del conducente rispetto ad un'auto normale dona una sensazione di sicurezza che induce a porre meno attenzione verso l* altr* (sempre con la schwa). Si tratta di una vera e propria prepotenza», si mettono in cattedra proprio loro che in quanto a prepotenza sono maestri evidentemente. Quello che infatti hanno provocato lo chiamano «disagio» e «ce ne scusiamo» scrivono «ma considerata l'arroganza che deriva dal possedere un Suv e la criticità dell'emergenza climatica, riteniamo che azioni non violente come questa siano diventate necessarie». Ci sarebbe da discutere parecchio su cosa sia «violenza», chi sia l'arrogante e cosa sia necessario, evidentemente. Ma l'indottrinamento non va in tandem (e neppure su bus, tram auto o metrò) con la ragione. E neanche con la democrazia: «Il tuo Suv è solo un lusso non necessario, scomodo e illogico».
«Ecco a cosa portano le scelte ideologiche e per nulla ragionate dei finto-ambientalisti che siedono a Palazzo Marino, tra Area B, strisce blu, ztl, ciclabili insensate, città a 30 all'ora: l'odio ideologico della sinistra contro chi ha la colpa di possedere un'auto si traduce in gravi violenze alla libertà personale», tuonano le leghiste Silvia Sardone e Chiara Pazzaglia pronte a fare denuncia alla digos «con la speranza che questi rivoluzionari green così coraggiosi da non metterci la faccia vengano individuati e severamente puniti». La domanda è cosa faranno il sindaco Sala e il candidato alla Regione Majorino: «Coccoleranno anche i suv-versi?».
Loro «i talebani dell'ambientalismo più sfrenato, nel volantino, lisciano il pelo all'amministrazione comunale spiegando che nella città italiana col miglior sistema di trasporto pubblico si dovrebbero usare i mezzi per spostarsi oppure la bici oppure ancora andare a piedi». Se non si fosse capito.
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