La Lega adesso è in fibrillazione. Si apre lo scontro sulla linea Salvini

Il consiglio federale di oggi si preannuncia caldo. Un senatore leghista: "Siamo in difficoltà". Matteo si difende sul caso Mosca

La Lega adesso è in fibrillazione. Si apre lo scontro sulla linea Salvini

La scissione ancora non si è materializzata, ma nella Lega, in vista del Consiglio federale di oggi, si prevedono «scazzi». È questa l'espressione, sicuramente tranchant, che una fonte parlamentare del Carroccio utilizza alla fine di una giornata difficile a causa del flop dei referendum sulla giustizia e alla vigilia di un confronto tra le varie anime del partito. E se, fino a qualche mese fa, la faglia che divideva i Claudio Borghi e gli Alberto Bagnai dai Giancarlo Giorgetti e dai Luca Zaia era provocata dai vaccini e dal Green Pass, adesso il nodo intorno a cui girano le discussioni nel Carroccio è l'identità stessa della Lega. Con un rimpallo di accuse su chi stia propiziando lo scenario che fino a poco tempo fa era innominabile, e che ora viene evocato come il cigno nero, ovvero una scissione tra i salviniani di Prima L'Italia e l'anima «nordista» che ha la sua spina dorsale nei governatori.

Il segretario Matteo Salvini ha convocato lo stato maggiore nella sede di Via Bellerio per parlare di economia e delle misure «anti-italiane» volute dalla Banca Centrale Europea guidata da Christine Lagarde. «Ma è ovvio che si parlerà dei risultati del referendum e delle amministrative, siamo in difficoltà e ci sarà un confronto politico», anticipa al Giornale un senatore leghista di primo piano. Nel menù del consiglio federale anche il posizionamento in politica estera, con le polemiche sul viaggio di Salvini a Mosca e il caso dei biglietti aerei pagati dall'ambasciata russa. Con il sospetto, che cresce in ambienti della Lega, di un'operazione a orologeria per creare la tempesta perfetta alla vigilia del voto referendario.

Nel Carroccio monta la rabbia per la «censura» che ha silenziato la consultazione sulla giustizia e si fanno i conti con i problemi ai seggi registrati in diverse città. Palermo su tutte. Lo dice Salvini in mattinata dopo aver votato: «Ho esercitato il mio diritto e il mio dovere al voto, mi raccomando non lasciatevi rubare la possibilità di cambiare la giustizia nel nostro Paese. Addirittura a Palermo ci sono ancora seggi chiusi. Chi vota sceglie, chi non vota si arrende». Segue una durissima nota della Lega. «Caos seggi a Palermo, città con più di 600mila abitanti chiamata a esprimersi anche per le Amministrative, e anomalie e rallentamenti in altri Comuni», è il commento del Carroccio. Che chiede l'intervento del ministro dell'Interno e del Capo dello Stato per risolvere una «situazione indegna di un Paese civile». Dal partito parlano di «scandaloso e sconvolgente furto di democrazia». Preoccupa anche Genova dove - secondo diverse fonti leghiste - agli elettori non sono state consegnate le cinque schede per i referendum.

Da Milano Salvini parla anche del viaggio a Mosca, annullato tra le polemiche. E delle dichiarazioni dell'ambasciata russa, che sostiene di aver pagato i biglietti aerei per il segretario federale. «Il viaggio è stato pagato dalla Lega - dice l'ex ministro dell'Interno - io non ho dei rubli e non posso fare il biglietto aereo pagando con quella moneta, sto lavorando per la pace a testa alta e a nostre spese, economiche e politiche, e lo farò ancora nei prossimi giorni».

Da Via Bellerio precisano: «Alimentate altre polemiche strumentali, Matteo ha operato in totale trasparenza». Salvini infine avverte: «Se qualcuno fa insinuazioni strane su questioni economiche ne parleranno gli avvocati perché ci metto la faccia e il portafoglio».

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