La Lega apre anche su Milano. E Fi accelera: subito un tavolo

Salvini e il candidato per le Comunali: "Non deve essere per forza del Carroccio". Calderoli: "Se vinciamo le Politiche, via la legge Severino e Berlusconi alla Farnesina"

La Lega apre anche su Milano. E Fi accelera: subito un tavolo

La minuziosa opera di ricucitura post-ferragostana messa in campo dalla Lega, con il riconoscimento della necessità di promuovere la formazione di una vera alleanza di centrodestra, si arricchisce di nuovi elementi e buoni propositi.

La «strategia della mano tesa» questa volta passa da un'apertura sul candidato sindaco di Milano. La questione da giorni sta tenendo banco nelle dichiarazioni pubbliche e nelle conversazioni segrete tra Forza Italia e Lega. L'iniziale idea leghista di mettere in campo Matteo Salvini è definitivamente uscita dal novero delle possibilità anche perché il segretario del Carroccio, ormai, non ha più bisogno di un grande trampolino e di un palcoscenico politico come quello meneghino per lanciarsi verso la sfida nazionale. Il timore di Forza Italia che la Lega si intestardisse nel voler presentare comunque un proprio candidato, in una prova di forza senza reali possibilità di successo, sembra essere definitivamente svanito.

«Il candidato sindaco del centrodestra a Milano non deve essere necessariamente leghista ma una persona capace che può venire anche dalla società civile» spiega a Radionorba , Matteo Salvini. «Vorremmo un milanese che ami la sua città, che la renda più pulita, più civile, che faccia quel che Pisapia non ha fatto in tutti questi anni. Può anche provenire dalla società civile, dal mondo del commercio, dell'industria, della medicina. Non siamo egoisti, non vogliamo il leghista ovunque e comunque, una persona in gamba può arrivare da qualunque parte». Quanto alle primarie, per Salvini «quando i cittadini scelgono è sempre meglio». Infine, sui possibili alleati, il segretario della Lega prova ad allargare il più possibile il campo di gioco: «Ho in mente di mettere insieme tutti quei partiti e quegli italiani che ritengono che il governo Renzi abbia aggravato tutti i problemi, dal lavoro alla disoccupazione, sicurezza sociale e immigrazione: il mio appello è a tutte le persone di buona volontà, quindi Berlusconi, Grillo, il popolo degli astenuti: mettiamoci insieme per mandare a casa Renzi».

Salvini si mantiene prudente, pur non chiudendo la porta, all'ipotesi della candidatura di Alfio Marchini come candidato a Roma. «Nessuna preclusione, giudico sui contenuti», la sua linea. Chi lancia una proposta sulle modalità concrete di collaborazione tra il presidente di Fi e il segretario della Lega è Roberto Calderoli. «Se andassimo al governo modificheremmo subito la legge Severino così Berlusconi potrebbe ricoprire il ruolo di ministro degli Esteri» dice ad Affaritaliani . Forza Italia osserva le mosse leghiste non senza un pizzico di compiacimento. A rispondere a Salvini è Renato Brunetta che invoca subito un tavolo del programma e delle regole per dare forza alla (ri)nascente alleanza. Il capogruppo invita, però, la Lega a rispettare la storia di Forza Italia. «Quanto alla pretesa, secondo cui l'amico Salvini vorrebbe indurci a rinunciare alla nostra storia di componente decisiva del Partito popolare europeo, gli chiediamo di rispettare la nostra identità. Noi non abbiamo mai chiesto alla Lega di rinunciare alla sua collocazione europea».

Naturalmente l'alleanza non potrà concludersi nell'asse Fi-Lega. Giovanni Donzelli, di Fratelli d'Italia, fa sapere che il partito è pronto a presentare candidati propri in tutte le città.

Nuovo Centrodestra si dibatte nelle sue divisioni con un crescente numero di esponenti incline a spostare a sinistra il baricentro politico, pur di mantenere saldo l'asse con Renzi e altri in crescente imbarazzo di fronte al definitivo «aggiornamento» dell'identità originaria.

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