Lega e Forza Italia si smarcano dalla Meloni. La battaglia in Aula del "centrodestra del fare"

Dall'emergenza Covid al Superbonus, gli alleati cercano una mediazione

Lega e Forza Italia si smarcano dalla Meloni. La battaglia in Aula del "centrodestra del fare"

Dal punto di osservazione di Giorgia Meloni il centrodestra ha un percorso facile da seguire: basta dire no al governo con Pd e 5S e negare l'emergenza sanitaria. Non serve un governo di unità nazionale, è la tesi di Fratelli d'Italia, l'unico partito che si è opposto come tale alla rielezione di Mattarella e che oggi chiede l'abolizione del greenpass. Anche il governo Draghi sembra impegnato su battaglie che non hanno niente a che fare con le proposte di Fratelli d'Italia, a iniziare dalla contestata Direttiva Bolkenstein che rischia - se recepita da noi - di mandare sul lastrico oltre 50mila operatori balneari.

Il centrodestra di governo si affanna invece a proporre mediazioni accettabili (con la giusta cautela per quanto riguarda il ritorno alla normalità sanitaria). Come la proroga di un anno rispetto alla scadenza del 2023 chiesta dal Consiglio di Stato per la messa a gara delle concessioni balneari. Nell'emergenza - dicono i rappresentanti di Lega e Forza Italia - ci siamo ancora. Sul superbonus per l'edilizia e sulla cessione dei crediti d'imposta, a esempio, i due partiti chiedono un ulteriore sforzo all'esecutivo. Ieri infatti sono scaduti i termini per la presentazione delle domande. «Il Sostegni ter è un provvedimento molto rigido che ha già conseguito l'effetto di bloccare i malintenzionati - commenta il ministro Mariastella Gelmini -. Ora però è necessario agire subito per consentire (entro limiti definiti) le cessioni plurime, se necessario anche aumentando le pene per chi, in questo momento così delicato per il Paese, consegue illeciti arricchimenti». Anche dalle parti d via Bellerio c'è ottimismo su quanto domani sarà deciso in Consiglio dei ministri. Si potrebbe consentire, suggerisce la Lega, la cessione dei crediti a soggetti vigilati dalla Banca d'Italia, o a società appartenenti al medesimo gruppo, oppure a filiere di lavoro (cioè a soggetti che hanno partecipato direttamente o indirettamente alla realizzazione dell'intervento) unitamente a nuove misure per la tracciabilità dei crediti». «Non ho nulla da dire sulla buona fede di chi vuole tentare di fare del suo meglio in un governo con tutti - commenta Giorgia Meloni - ma credo che l'unica soluzione seria per rappresentare le nostre visioni non sia andare al governo con il Pd».

Immediata la replica di Antonio Tajani che come il governo Draghi sia nato per sconfiggere il coronavirus («grazie soprattutto alla volontà di Berlusconi, il fondatore del centrodestra»). E proprio di questo centro - spiega l'azzurro ai microfoni di Rtl 102,5 - c'è bisogno: un centro che sia l'anima del centrodestra che guidi una politica per la crescita». «La coalizione - aggiunge - non è un monolite.

Mi pare però che siano stati fatti passi in avanti da Lega e FdI, come eleggere Roberta Metsola alla presidenza del Parlamento europeo, ormai nessuno nel centrodestra parla di uscire dall'Ue». «Per il centrodestra credo sia utile, necessario e auspicabile ripartire anche da questi elementi di condivisione» gli fa eco il ministro Mara Carfagna.

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