La Lega sfila per Israele. Sala e Pd ambigui sulle piazze dell'odio

A Milano oggi chi dice "no al terrorismo". Nordio: "Disgustose manifestazioni pro Hamas"

La Lega sfila per Israele. Sala e Pd ambigui sulle piazze dell'odio
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Questi sono i fatti: da un lato c'è la manifestazione della Lega con la presenza di cinque ministri e nessun accenno alla violenza, né verbale né tantomeno fisica. Dall'altro lato c'è un corteo a cui parteciperanno i centri sociali e i collettivi di sinistra. Gli organizzatori di quest'ultima iniziativa, nel loro appello, definiscono Israele come «un progetto di apartheid coloniale» e accusano di «genocidio» lo Stato ebraico vittima di Hamas. Ma per il sindaco di centrosinistra di Milano Beppe Sala le due manifestazioni pari sono. È lui stesso a dirlo, rispondendo a una domanda sui timori per l'ordine pubblico in vista della giornata di oggi, quando nel capoluogo lombardo andranno in scena entrambe le piazze. Sala si dice preoccupato per tutte e due le manifestazioni e fa sfoggio di equidistanza: «Certamente oggi come oggi le tensioni opposte sono estremamente evidenti. Quindi non posso che confidare sulla capacità delle forze dell'ordine».

Evidentemente agli occhi di Sala non è dirimente il fatto che durante il corteo milanese «pro-Palestina» del 21 ottobre scorso alcuni manifestanti si siano esibiti in un coro in arabo che invitava letteralmente a «uccidere gli ebrei». La stessa ambiguità la incarna il Pd.

Non si tira indietro invece il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Dalla sua missione a New York, Nordio parla di «disgustoso atteggiamento psicologico» in chi si è schierato nelle piazze per la Palestina. «Abbiamo assistito a manifestazioni di solidarietà con gli abitanti di Gaza, senza ricordare che in quel territorio sono detenuti dei civili rapiti contro ogni legge umana e divina durante un'azione di guerra decisa e attuata proprio da chi vi esercita la sovranità», mette in chiaro il Guardasigilli. E ancora: «In questi cortei non si è udita nessuna parola sui bambini decapitati, le donne violentate, persino i cadaveri vilipesi, come se aggressore e aggredito fossero sullo stesso piano». Atteggiamento «non motivato dalla preoccupazione per la sorte del popolo palestinese», ma «determinato proprio dall'ostilità verso il popolo ebraico». Secondo Nordio siamo davanti a un «nuovo antisemitismo di matrice postcomunista e antioccidentale».

Proprio «per la difesa dell'Occidente, dei diritti, della sicurezza, della Pace, delle libertà» scenderà in piazza la Lega a Largo Cairoli alle 15. Con Matteo Salvini ci saranno i ministri Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli, Giuseppe Valditara e Alessandra Locatelli. Nessun simbolo di partito e no ai toni da scontro di civiltà, con Salvini che, contestualmente alla difesa di Israele, ha ribadito il principio «due Popoli, due Stati». Sarà presente il governatore della Lombardia Attilio Fontana e ci saranno interventi di sindaci e presidenti di Regione. Parlerà un «ragazzo musulmano» e ci saranno messaggi da parte dell'ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar e di esponenti delle comunità ebraiche.

La sinistra più estrema invece oggi scenderà in piazza «per la Palestina» - in realtà contro Israele - e contro la guerra anche a Roma.

In prima linea nel corteo da Piazza Vittorio a Piazza San Giovanni le associazioni della Comunità Palestinese in Italia. Tra le richieste «la fine del genocidio a Gaza» e «la revoca dell'accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele».

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