La Lega si mobilita per il Fontana bis: "La Lombardia va". Appello di Salvini contro l'astensione

ll presidente intervistato dal collega veneto Zaia: "Le Regioni funzionano"

La Lega si mobilita per il Fontana bis: "La Lombardia va". Appello di Salvini contro l'astensione

Milano Verso il bis, senza patemi. La forza tranquilla di Attilio Fontana è a un passo dalla conferma ai vertici di Regione Lombardia.

La mobilitazione del centrodestra è massima e le sensazioni sono positive. La Lega ieri ha schierato tutto il suo stato maggiore e il governatore lombardo uscente, a Brescia, ha duettato con Luca Zaia, il collega veneto (popolarissimo fra gli elettori del Carroccio, e non solo) che si è cimentato divertito e nei panni dell'intervistatore. Poi alle 19 la festa finale del Carroccio all'auditorium della Camera di Commercio.

La narrazione leghista, ben fondata sui dati di realtà, è quella di una Regione che prima ha retto alla tempesta del Covid, scoppiata proprio in Lombardia, poi è stata capace di ripartire, oggi vola con l'export e non va fermata.

Domani e lunedì si vota e la sinistra, deve tener fede a un copione inderogabile, quello della vittoria «a portata di mano», la «sfida in bilico fino alla fine» come evocata ieri da Pierfrancesco Majorino, l'eurodeputato Pd candidato di sinistra e 5 stelle. L'impressione, però, è che l'inerzia della partita vada in tutt'altra direzione e che l'incertezza riguardi solo i margini dell'affermazione di Fontana, e la distribuzione dei voti dentro la coalizione.

Il risultato che il leader della Lega Matteo Salvini si aspetta dalle elezioni regionali lo ha ribadito durante un incontro al gazebo in corso Buenos Aires a Milano: un centrodestra vincente in Lombardia e Lazio, «un ottimo risultato per la Lega e una buona vittoria di Fontana».

Zaia ha intervistato Fontana per una dozzina di minuti, con un titolo dedicato alla «voglia di fare» dei lombardi, capaci di trovare una soluzione «a tutti i problemi». «Credo che in questi cinque anni le istituzioni che hanno funzionato bene sono sempre stata le Regioni» ha rivendicato Fontana.

Salvini non intende mostrarsi preoccupato del possibile exploit di Fdi, semmai dell'astensione: «Non è scontata la vittoria - ha detto ieri a Bergamo - perché a livello nazionale, delle elezioni, se ne parla poco e niente e c'è Sanremo. Diciamo che dopo Sanremo, si va a votare canticchiando. Questo è l'invito». La posta in gioco è alta. «In Lombardia - ha detto il vicepremier - si voterà per confermare quello che da trent'anni è uno dei migliori governi d'Italia e nel Lazio per cambiare». «A me non interessa il risultato di Fratelli d'Italia - ha aggiunto ostentando indifferenza per il risultato di lista - a me interessa che lunedì il leghista Fontana venga eletto».

E anche Fdi minimizza i possibili contraccolpi che potrebbero esserci in uno scenario che però tutt'altro che implausibile: un ribaltamento, o quasi, dei rapporti di forza dentro il centrodestra, con il partito della premier destinato a diventare il primo anche alle Regionali, come già accaduto alle Politiche a settembre. «Per quanto riguarda gli equilibri con gli alleati - ha detto ieri la ministra Daniela Santanchè - non credo ci siano problemi perché si vince con una squadra, non si vince da soli e quindi è evidente che conteremo di più rispetto a oggi: credo che supereremo i 20 consiglieri, arriveremo forse a 25 consiglieri».

«La politica è anche rapporti di forza di consenso - ha ammesso a margine di un incontro di Coldiretti al teatro Manzoni - ma non vogliamo farlo a discapito degli alleati; vogliamo fare una squadra che sia forte, con una Giunta che metta al centro le competenze, e che sia sfidante per fare quel programma che tutti noi abbiamo scritto».

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