Taci, il pm ti ascolta. La polizia giudiziaria intercetta un legale che rivela le sue strategie difensive agli assistiti, ne trascrive le conversazioni, si spinge financo a «valutarne» l'utilizzo sebbene siano illegali ma il Csm fa spallucce. Che il diritto alla difesa sia carta straccia lo sapevamo, che il Consiglio superiore della magistratura se ne freghi è grave. A vedere nero su bianco le conversazioni con i suoi assistiti, l'ex pg di Catanzaro Otello Lupacchini e l'ex procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla (oggi trasferito a Potenza a fare il giudice) è stato l'avvocato Ivano Iai, che venerdì ha investito della gravissima violazione il presidente del Csm David Ermini durante l'udienza alla sezione disciplinare di Palazzo de' Marescialli per il provvedimento a carico di Facciolla, dopo aver già fatto altrettanto con il presidente delle Camere penali Domenico Caiazza. «Chi deve valutare le conversazioni tra il legale e il suo assistito? La procura di Salerno, che sapeva in anticipo le nostre mosse? E perché?», si è lamentato inutilmente Iai con Ermini, minacciando di lasciare l'incarico. «Io che ne so, le intercettazioni non utili si possono espungere», è stata la bonaria autodifesa del procuratore generale Giovanni Di Leo.
Secondo l'accusa Facciolla si sarebbe messo d'accordo con un giornalista e con tre pm per screditare il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, eppure i brogliacci della conversazione con il cronista sono lacunosi e mancano del tutto i verbali dell'interrogatorio ai magistrati Luca Primicerio, Angela Continisio e Valentina Draetta, a suo tempo sentiti da Iai e poi personalmente da Di Leo. «La mia segretaria se li è dimenticati», dice il pg a Ermini. A posto così.
La colpa di Gratteri sarebbe quella di aver frenato la carriera di Facciolla e quella di Lupacchini, anche grazie ad alcune false accuse contro l'ex pg, contestate dal pm di Salerno Roberto Penna. Scelta sfortunata, perché Penna (che ha disposto le intercettazioni oggetto della diatriba) è stato da poco arrestato perché avrebbe rivelato notizie sulle indagini e favorito imprenditori in cambio di consulenze alla compagna.
Ma per il Csm Gratteri, in corsa per guidare la Direzione nazionale antimafia, resta un intoccabile. Se n'è accorto anche Lupacchini, cacciato dalla Calabria in un amen per aver definito su Tgcom24 «evanescenti come ombra lunatica» alcune ipotesi accusatorie del coraggioso pm antimafia. Nei giorni scorsi (con 10 astenuti) lo stesso Csm ha bocciato l'esposto di Caiazza sulle gravissime frasi al Corriere della Sera sui giudici di Catanzaro che bocciano le sue inchieste («Sono indagati per 'ndrangheta? Non posso parlare, la Storia spiegherà tutto....»).
Eppure proprio l'altro giorno il processo contro l'ex presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini (Forza Italia) si è dissolto con l'assoluzione del politico dall'accusa di concorso esterno. Tutta colpa della Luna...
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