Dopo il fallimento della legge elettorale, Angelino Alfano gongola. "La legge elettorale del patto a quattro prevedeva quasi il 100% di nominati e secondo i sottoscrittori avrebbe portato il Paese immediatamente al voto. Guardiamo gli effetti: al Senato saranno tutti eletti con le preferenze e alla Camera i deputati nominati potrebbero essere una minoranza. Come risultato finale le sembra poco? Per l'Italia dico, non per me", dice il leader di Ap e ministro degli Esteri intervistato da Repubblica. Secondo Alfano Ap ha "lavorato non sui numeri ma sulla denuncia pubblica del malfunzionamento" dell'accordo sulla legge elettorale, "per il resto hanno fatto tutto i partiti del patto e questo rende ancora più drammatica la loro frana. Se si parte da un cartello parlamentare dell'80 per cento e si va sotto al primo voto segreto vuol dire che i leader avevano deciso una cosa senza il consenso dei loro parlamentari".
Alfano ribadisce che si andrà a votare nel 2018 e alla domanda se sia vero che Renzi aveva chiesto ad Ap di far cadere Gentiloni risponde che "per me la vicenda è chiusa. Sono già avanti, molto avanti rispetto a tutto questo.
Non siamo alleati del Pd, l'unico garante è Gentiloni e la priorità è l'economia. Quanto all'idea di Calenda leader centrista, Alfano risponde: "Lo stimo molto e lo rispetto. Proprio per questo non lo strattoniamo se dice di non voler fare politica. Intanto lo sosteniamo con forza al governo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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