L'approdo in Aula della riforma della legge elettorale slitta a settembre. Tutto rinviato, quindi, a dopo la pausa estiva. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Ma si dovrà attendere la prossima riunione dei presidenti di gruppo, nella prima settimana di agosto, per capire se l'avvio dell'esame della legge elettorale sarà già alla ripresa dei lavori o verso metà o fine mese.
A convenire sul mese di settembre sono stati sia il Pd che Ap e in generale i partiti dell'area di centro. Forza Italia, invece, ha chiesto luglio e come seconda ipotesi settembre. Il tema ha occupato la gran parte della riunione. La riforma del sistema elettorale doveva approdare in Aula nel mese di giugno, dopo aver subito già alcuni rinvii.
Questo almeno era il calendario previsto in origine, quando era stato trovato un accordo a quattro sul sistema proporzionale alla tedesca, poi naufragato alla prova del voto.
Intanto continua il confronto a distanza nel centro-destra sul nuovo modello di legge elettorale. Se Silvio Berlusconi spinge per un sistema proporzionale, Salvini intende sfruttare l'onda lunga delle amministrative per convincere Fi a passare al maggioritario.
"C'è già nelle Regioni e nei Comuni: il modello regionale funziona bene da 20 anni", l'opinione del segretario leghista che aggiunge: "Prendiamo uno qualunque dei modelli regionali, con la coalizione, con la governabilità: chi vince vince chi perde perde".
In ogni caso, per armonizzare i due sistemi
elettorali attualmente in vigore (l'Italicum alla Camera e il Consultellum al Senato) sarà necessario ritrovare l'intesa tra le prime quattro forze del Parlamento: Pd, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega Nord. Un'intesa su cui Forza Italia sta lavorando da due settimane.
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