Il miracolo di Santa Croce porta la firma del cardinale Konrad Krajewski. Per riallacciare la corrente ai 450 abusivi, che a Roma sotto le insegne rosse di Action occupano l'ex sede Inpdap di via di Santa Croce in Gerusalemme dal 2013, il porporato non ha esitato a calarsi giù per un tombino. Lunedì scorso, dopo anni di bollette non pagate e 300mila euro di debiti accumulati, l'Acea li aveva lasciati al buio. Senza preavviso e senza curarsi, dicono gli occupanti, che lì dentro ci fossero bambini, anziani e malati. A chiedere il pronto intervento dell'elemosiniere del Papa, dopo che i canali politici battuti non avevano fruttato più di qualche attestato di solidarietà, è stata suor Adriana. «Sette giorni fa c'è stato il distacco improvviso dell'elettricità, le istituzioni hanno promesso che sarebbe tornata la luce in 24 ore ma questo non è accaduto, così sabato mi sono decisa a chiamare padre Konrad», ci racconta la missionaria laica con una vocazione per gli ultimi ed una rubrica telefonica eminente.
Il monsignore, appena rientrato dai campi profughi di Lesbo, dove ha staccato un assegno da 100mila dollari alla Caritas locale, d'altronde, non è nuovo ad operazioni clamorose. È lui che nel 2017 mise a disposizione dei clochard di via della Conciliazione le auto di servizio della Santa Sede per ripararsi dal gelo. Ed è sempre lui che, nello stesso anno, ospitò nel suo appartamento di Borgo Pio una coppia di rifugiati siriani. «Il cardinale è intervenuto subito, senza tener conto delle leggi perché la vita delle persone viene al primo posto - prosegue la suora che all'interno dell'edificio occupato distribuisce pasti e si prende cura dei malati -. Si è calato nel tombino e dopo tre ore di lavoro intenso spiega è riuscito a riportare la luce, è stato un grande dono per tutti quanti». Un intervento che ha lasciato di stucco persino Andrea Alzetta, detto «Tarzan», ras delle occupazioni romane e fondatore di Action. Un curriculum, il suo, non proprio da primo della classe, dove spiccano decine di denunce. «Lo spirito di umanità ha prevalso - si è visto costretto ad ammettere certo ci siamo stupiti che sia arrivata una figura simile a metterci la faccia, cosa che la politica non ha fatto». Insomma, sembra che il pontificato di Bergoglio abbia fatto breccia anche nel cuore dei laicisti più sfegatati, tradendo invece le aspettative di chi ha fatto di «Dio, patria e famiglia» il suo motto. È il caso dei militanti di Forza Nuova che durante l'Angelus in piazza San Pietro hanno contestato proprio il pontefice e le sue posizioni sull'immigrazione. Nel frattempo l'orizzonte di chi abita nell'ex sede Inpdap è ancora incerto. «Noi le bollette non le abbiamo mai ricevute spiega al Giornale Roberto Andolfi, portavoce Spin Time Labs, collettivo artistico nato all'interno dell'occupazione - perciò non ci è mai stato permesso di pagarle, adesso vogliamo metterci in regola». E sono a pronti persino ad autodenunciarsi per scagionare il porporato dopo che il Gruppo Acea ha presentato un esposto in Procura contro ignoti.
L'edificio, ci tiene a precisare, non rientra nell'elenco degli immobili che il Viminale intende sgomberare in via prioritaria, ma sulla misura è comunque critico: «Viviamo in un Comune ricoperto da debiti che non può aiutare i più deboli e la politica degli
sgomberi serve solo a mettere le persone in strada». Ed è proprio il ministro dell'Interno, in serata, a dire la sua: «Conto che dopo aver riattaccato la luce, paghi anche i 300mila euro di bollette arretrate che ci sono».
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