Il governo presieduto da Paolo Gentiloni riproduce per molti versi quello precedente guidato da Matteo Renzi, costretto a dimettersi dopo la «sberla» (così l'hanno definita alcuni commentatori) del referendum. I cittadini non sembrano avere accolto con particolare entusiasmo il rinnovato esecutivo. Tanto che di fronte al quesito concernente il giudizio sul governo Gentiloni, solo poco meno del 2% degli intervistati esprime una valutazione «molto positiva». A costoro però va comunque affiancato il 19% che, con minore entusiasmo, dichiara di giudicarlo solo «abbastanza positivamente».
Viceversa, una quota molto maggiore, più della metà (51%) degli intervistati, esprime una valutazione negativa dell'esecutivo Gentiloni. Se è vero che il 20% si limita a manifestare un giudizio «abbastanza negativo», una percentuale assai più elevata (31%) si spinge a definire il governo in modo «molto negativo». C'è infine una quota rilevante, poco meno di un terzo (29%) degli intervistati, che si astiene dal manifestare un parere.
I giudizi positivi sono espressi in misura relativamente più frequente dagli appartenenti alle fasce medio-alte della popolazione, con occupazioni di solito più remunerative, specie imprenditori e liberi professionisti. Sul versante delle valutazioni negative, invece, si rileva una forte accentuazione tra i più giovani fino a 24 anni (tra i quali il giudizio sfavorevole sfiora il 60%), specie se studenti, tra i laureati e nelle regioni meridionali del paese. Vale a dire, grossomodo, le stesse categorie sociali per le quali si è rilevata una più intensa percentuale di opzioni per il No al recente referendum sulla riforma della costituzione.
Non a caso esprimono un consenso molto maggiore per l'esecutivo in carica coloro che dichiarano l'intenzione di voto per il Pd, ove le approvazioni raggiungono l'87%: i restanti già valutavano negativamente il governo Renzi. Tra i votanti per i partiti di opposizione prevalgono naturalmente i giudizi sfavorevoli sul nuovo governo: ma essi (dal 57% rilevabile tra chi vota Forza Italia sino al 65% tra gli elettori M5S) appaiono relativamente meno intensi di quanto forse ci si sarebbe potuto aspettare.
Prevale però negli intervistati quella che potremmo definire una sorta di «aspettativa scettica». Che porta la gran parte (41%) a negare che «il nuovo governo è in grado di affrontare adeguatamente i problemi del Paese». Ma ad pronunciare questo parere è la maggioranza relativa, non quella assoluta: molti (35%), specie tra gli elettori di Forza Italia (47%) e della Lega (60%), non hanno ancora maturato un giudizio definitivo sul tema.
Nel complesso, comunque, il consenso del 21% per il Governo Gentiloni non costituisce un dato sorprendente. Infatti, alla fine del suo mandato, l'esecutivo guidato da Matteo Renzi mostrava una percentuale relativamente simile (23%) di giudizi positivi per il suo operato. Ciò che conferma il segno di una sostanziale continuità tra le due compagini. Quasi otto su dieci (78%) concordano infatti con l'affermazione che «il nuovo governo è semplicemente una fotocopia del governo Renzi». È un'opinione che si rileva in modo trasversale tra i votanti per tutte le forze politiche di opposizione: ma anche tra gli elettori del Pd, quasi metà (46%) è di questo parere. Anche se il fatto che lo scopo principale del governo sia «condurci presto alle elezioni» come alcuni hanno sostenuto è solo parzialmente condiviso dal campione intervistato.
Al contrario, la gran parte (59%), con una significativa accentuazione tra i più giovani e tra i votanti per i partiti di opposizione, è del parere che «il governo tirerà in lungo per permettere ai parlamentari di maturare la pensione».Insomma, lo scetticismo verso l'esecutivo in carica appare oggi il dato prevalente.
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