
Non si accettano aumenti dell'età pensionabile. Nemmeno quello previsto per il 2027, una misura che sarebbe scattata automaticamente in base alla normativa vigente e all'incremento della speranza di vita. Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha ribadito la posizione dell'esecutivo: «Bloccheremo l'aumento nel 2027, lo sterilizzeremo». Il vicesegretario leghista ha inoltre confermato l'impegno già espresso. «Confermo quanto detto da me e dal ministro Giorgetti nei mesi scorsi», ha aggiunto.
Secondo i dati pubblicati dall'Istat, la speranza di vita a 65 anni è salita nel 2024 a 21,2 anni, il valore più alto dal 2019. Il divario tra uomini e donne è immutato rispetto al 2023 (4,1 anni), con le donne la cui attesa di vita è di 85,5 anni, mentre per gli uomini è di 81,4. Il divario si riduce una volta raggiunti i 65 anni. Tale incremento avrebbe comportato un adeguamento dell'età pensionabile secondo le tabelle della Ragioneria Generale dello Stato. In base a queste proiezioni, nel 2027 l'età per la pensione di vecchiaia dovrebbe salire a 67 anni e tre mesi, mentre il requisito contributivo per la pensione anticipata aumenterebbe a 43 anni e un mese.
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato più volte la volontà del governo di evitare l'incremento. «Io sono per sterilizzare l'adeguamento», ha spesso dichiarato nei mesi scorsi. Tale affermazione conferma la linea dell'esecutivo, che mira a mantenere inalterata l'età pensionabile a 67 anni e il requisito contributivo per la pensione anticipata a 42 anni e 10 mesi, indipendentemente dalle variazioni della speranza di vita.
Le proiezioni della Ragioneria generale dello Stato, pubblicate alla fine del mese di gennaio, evidenziano tuttavia che l'adeguamento dell'età pensionabile non si fermerà al 2027. «Secondo le stime, nel 2040 l'età pensionabile salirà a 68 anni e un mese e nel 2068 si arriverà a 70 anni», riportano le ultime analisi.
L'aumento dell'età pensionabile, secondo la normativa attuale, è legato al meccanismo di adeguamento automatico alla speranza di vita. Questo significa che, quando l'Istat rileva un aumento della longevità media, scatta un incremento dei requisiti pensionistici per mantenere la sostenibilità del sistema previdenziale. L'adeguamento del 2027 dovrebbe essere determinato confrontando la speranza di vita del biennio 2023-2024 con quella del biennio 2021-2022. Durante la pandemia di Covid-19, infatti, si era verificato un aumento della mortalità nelle fasce più anziane della popolazione. Negli ultimi anni, con la stabilizzazione della situazione sanitaria, la speranza di vita è tornata a crescere, ripristinando un trend positivo che ha riattivato il meccanismo di adeguamento.
Tuttavia, il governo ha deciso di intervenire con un provvedimento specifico per evitare che l'aumento dei requisiti pensionistici diventi un ulteriore ostacolo per chi si avvicina all'età della pensione. Occorre ricordare che il decreto del ministero dell'Economia per stabilire i nuovi requisiti pensionamento deve essere emanato entro un anno dalla loro entrata in vigore. C'è, dunque, tempo fino a fine 2025 per trovare una soluzione politica a un problema che la maggioranza ha tutta la volontà di evitare.
Ovviamente, bisognerà individuare le risorse necessarie per garantire la sostenibilità dello stop e intensificare il confronto con le parti sociali. In questo caso non dovrebbe rappresentare un problema visto che Cgil, Cisl e Uil sono favorevoli all'anticipo dei pensionamenti in qualsiasi forma.
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