Forza Italia vota compatta, ma nasce una nuova corrente

Forza Italia ritrova l'unità e vota "no" al ddl Boschi. Ma 18 deputati scrivono al Cav: "Deficit democratico". Brunetta: "Dissenso giustificabile"

Forza Italia vota compatta, ma nasce una nuova corrente

Forza Italia ritrova l'unità contro Matteo Renzi. Non solo non dà l'appoggio al ddl Boschi che riforma il Senato, ma vota compatto "no". Ci sono dei distinguò, però. Massimo Parisi, coordinatore di Forza Italia in Toscana, ha scritto a Silvio Berlusconi per spiegargli che il voto contrario è accompagnato da grande "disagio e dissenso". In calce alla lettera sono state apposte altre diciassette firme: sono tutti quei deputati azzurri critici con la decisione di votare "no" alle riforme, dopo il contributo dato nella loro stesura.

"Caro Presidente, desideriamo rappresentarti il nostro profondo disagio e dissenso rispetto alla decisione di votare contro le riforme istituzionali all’esame della Camera". Inizia così la lettera inviata al Cavaliere per difendere il patto del Nazareno e, al tempo stesso, criticare fortemente la gestione sia del gruppo della Camera sia dell’intero partito. I deputati, in larga parte vicini a Denis Verdini, rivendicano il lavoro sulle riforme e annunciano il loro no solo per "affetto" verso il Cavaliere. Oltre a Parisi hanno infatti firmato Monica Faenzi, Luca D’Alessandro, Daniela Santanchè, Laura Ravetto, Ignazio Abbrignani, Luca Squeri, Basilio Catanoso, Antonio Marotta, Giovanni Mottola, Giuseppe Romele, Marco Martinelli, Carlo Sarro, Giorgio Lainati, Pierluigi Cesaro, Gregorio Fontana, Gianfranco Rotondi. Manca la firma di Paolo Russo, oggi assente perché malato. "Siamo convinti della bontà del percorso che era stato avviato con il cosiddetto patto del Nazareno, un percorso che ci aveva rimesso al centro della vita politica del Paese e che ci aveva consentito di partecipare ad un processo di riscrittura della Costituzione che per la logica fisiologia della politica non poteva che avere natura 'compromissoria' - si legge nella lettera - siamo quindi convinti della bontà del lavoro fatto prima di noi dai colleghi del gruppo parlamentare del Senato, cui va la nostra solidarietà nel momento in cui ne viene messo così pesantemente in discussione l’operato, così come dal lavoro che è stato fatto in Commissione Affari Costituzionali Camera e - prima della rottura con il Partito Democratico - in Aula alla Camera. Non abbiamo votato norme mostruose né partecipato ad una svolta autoritaria del Paese, ma semmai abbiamo contributo a migliorare norme che nell’altro ramo del Parlamento il nostro gruppo aveva già approvato anche su Tua indicazione". Nella lettera si denuncia "un deficit di democrazia, partecipazione ed organizzazione" nella conduzione del gruppo parlamentare: "Non è pensabile, per rispetto dell’intelligenza di tutti, che si continui a riunirsi per ratificare decisioni già prese altrove e che magari Ti vengono rappresentate come decisioni unitarie del gruppo. Ebbene come dimostra questo documento il gruppo non è né unito né persuaso dalla linea che è stata scelta". Per questo i 18 non si iscriverrano al Comitato per il No alle riforme evitando così di andare a "sostenere le stesse tesi del Movimento 5 Stelle o di Sel".

Il presidente dei deputati azzurri Renato Brunetta spiega che, dopo un "anno sofferto" di Patto del Nazareno, le "sensibilità diverse" emerse in Forza Italia sono "giustificabili". "Il nostro no - commenta - è stato un no di libertà".

Aldilà del voto di Gianfranco Rotondi, che si è espresso a favore del ddl Boschi, Forza Italia ha, infatti, votato compatta. "Abbiamo votato unanimemente contro tutte le previsioni di tv e giornaloni - conclude Brunetta - abbiamo votato compatti poi ci sono sempre sensibilità diverse, e comunque sono inferiori a quelle nel Pd".

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