La lettera di Tria all'Europa: ​"La manovra non cambia"

Il governo adesso sfida Bruxelles. Nella risposta alla Commissione ribaditi gli obiettivi su deficit e debito

La lettera di Tria all'Europa: ​"La manovra non cambia"

Il governo non fa passi indietro. Nonostante la durissima lettera ricevuta dall'Europa in cui sostanzialmente viene smontata la manovra dell'esecutivo, il ministro del Tesoro, Giovanni Tria risponde alla missiva di Moscovici confermando tutta la linea della legge di Bilancio che verrà portata avanti dall'esecutivo. La lettera inviata a Bruxelles con le risposte ai rilievi dell'Unione Europea è abbastanza chiara: nessuna retromarcia. "Il Ministro Tria - viene sottolineato nella missiva - ribadisce il quadro macroeconomico contenuto nel DPB e i termini della politica economica del governo, finalizzata a stimolare crescita per favorire la riduzione del debito pubblico. Un sostegno importante alla crescita economica è atteso dal rilancio degli investimenti, sia pubblici che privati che in capitale umano, e dalle riforme strutturali che il governo intende mettere in atto".

Il titolare di via XX Settembre esprime tutta la sua fiducia per il futuro e non teme le altalene dei mercati e dello spread: "Il Governo è fiducioso che la manovra di bilancio non esponga a rischi la stabilità finanziaria nè degli altri paesi membri dell’Unione Europea". A questo punto il tesoro rivendiaca anche la devizione portata avanti nel Def dal patto di Satbilità, una delle principali accuse di Bruxelles: "Il governo è cosciente di aver scelto un'impostazione della politica di bilancio non in linea con le norme applicative del patto di stabilità è crescita. E' stata una decisione difficile ma necessaria alla luce del persistente ritardo nel recuperare i livelli di Pil pre crisi e delle drammatiche condizioni economiche in cui si trovano gli strati più svantaggiati della popolazione".

Infine sul fatto che la manovra non sia allineata con le regole Ue, la risposta di Tria è chiara: "Una decisione difficile ma necessaria alla luce del persistente ritardo nel recuperare i livelli di Pil pre-crisi e delle drammatiche condizioni economiche in cui si trovano gli strati più svantaggiati della società italiana". Insomma l'esecutivo ribadisce le stime su deficit e debito indicate a Bruxelles nelle scorse settimane. Il braccio di ferro dunque non è affatto chiuso...

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