
Il presidente della Repubblica, ricevendo al Quirinale il generale Luca Goretti, capo dello Stato maggiore dell'Aeronautica militare, ha definito «le decisioni» da assumere in Ue «non rinviabili». Lo scenario è quello del riarmo europeo, in relazione al conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina. Mattarella ha fatto lo stesso appunto per le «elaborazioni in sede di Alleanza atlantica»: a loro volta, non rinviabili. E ha segnalato «minacce» dall'«uso spregiudicato dello spazio». Ieri è stato l'anniversario della fondazione dell'Aeronautica militare, e Mattarella ha voluto lanciare un messaggio nitido all'Europa e all'Occidente intero.
Ma ieri è stata anche la giornata dell'audizione del ministro degli Esteri Antonio Tajani e del ministro della Difesa Guido Crosetto. Sono stati ascoltati dalle commissioni riunite di Esteri e Difesa. L'unico caso di coinvolgimento italiano sul «terreno» prevede l'Onu: non esiste un'altra possibilità. «Sosteniamo da tempo un ruolo profilato delle Nazioni Unite, nella cornice autorizzativa del Consiglio di Sicurezza», ha ribadito Tajani. Lo stesso Consiglio in cui siedono «Russia e Cina». «L'Italia - ha insistito il vicepremier - «è in prima linea» nel processo «di ricostruzione dell'Ucraina». Roma, a luglio, ospiterà la Conferenza sulla ricostruzione. Dal punto di vista geopolitico, la linea del ministro degli Esteri è netta: tocca alla Russia «decidere se vuole la pace oppure no». Dato che «Kiev ha già accettato le intese». Una «pace - ha continuato il leader azzurro, davanti alle commissioni riunite - che dev'essere giusta ma anche duratura». Il rapporto e il dialogo con gli Stati Uniti non sono in discussione. L'atlantismo resta un caposaldo italiano ed europeo. «Europa e Stati Uniti - ha annotato Tajani - sono due facce della stessa medaglia». E quella medaglia è «l'Occidente». Un passaggio è stato dedicato anche alla sicurezza interna, su cui «dobbiamo lavorare». In ogni caso, in relazione al conflitto russo-ucraino, i militari italiani non verranno inviati «in altre missioni» che non prevedano la presenza dell'Onu. Il leader di Fi ha ribadito al segretario di Stato Usa Marco Rubio la necessità che l'Ue abbia un ruolo nei tavoli negoziali. Del resto, «nulla può essere deciso sulla sicurezza dell'Europa senza gli europei».
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha in prima battuta posto una domanda: «Se domani l'Italia ricevesse un attacco sarebbe in grado di difendersi?». È il quesito principe a cui Crosetto intende rispondere. Anche perché altri Paesi «agiscono come se la guerra fosse alle porte. E che c'è comunque il bisogno di «prevedere anche scenari negativi». «Nessuno - specifica il meloniano - può pensare di costruire la difesa di un Paese prevedendo scenari bucolici». L'obiettivo, Crosetto concorda con Tajani, è la «pace». Il «però» è dettato dall'«equilibrio» da raggiungere. «Se una delle due parti è armatissima e si arma sempre di più - ha annotato il ministro - la pace è più difficile da mantenere». Questo, in sintesi, è «il dramma dei tempi in cui viviamo».
L'Italia - ha chiosato il ministro - deve «fare i conti» pure con la «crescente instabilità» nel continente africano. Il piano Mattei serve anche per «nuove sinergie in ottica descalatoria». Attenzione anche ai Balcani e alla «retorica separatista» che sta attecchendo in questa fase. La minoranza parlamentare, che continua ad avere posizioni molto diverse al suo interno, ha attaccato il governo dopo le relazioni dei ministri. Per il vicepresidente d'Iv Enrico Borghi il governo «pattina» e non «affronta il nodo Trump».
Mentre per Avs l'audizione di Tajani e Crosetto è stata «superata dalla storia». Critici, infine, i grillini guidati dall'ex premier Giuseppe Conte che reclamano risposte «sulla partecipazione italiana alla nuova missione Nato di supporto militare all'Ucraina, addestramento truppe e fornitura armamenti».
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