Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi si è espresso a favore del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), il famoso «fondo salva Stati», attuale pomo della discordia della politica italiana, le cui risorse sono state messe a disposizione degli Stati europei colpiti dalla crisi economica e finanziaria. Per l'Italia si tratterebbe, lo ricordiamo, di almeno 36-37 miliardi di euro immediatamente disponibili da utilizzare per le spese sanitarie dirette e indirette. Il presidente Berlusconi ha poi ricordato come il prestito del Mes sarebbe estremamente vantaggioso dal punto di vista finanziario, dal momento che viene offerto a interessi praticamente pari a zero, e che quindi sarebbe «assurdo rinunciarvi». Gli amici Matteo Salvini e Giorgia Meloni, i due principali esponenti del sovranismo di destra in Italia, hanno tuttavia attaccato questa posizione. Salvini ha dichiarato che «il Mes tra tre mesi non esisterà più, perché tanto nessun Paese lo adotta». Ha poi voluto ricordare come anche la Grecia, l'unico Paese dell'Eurozona ad essere messo peggio del nostro, abbia rifiutato la linea di credito Mes. Quindi, se lo rifiuta la Grecia, per quale motivo dovrebbe accettarlo l'Italia? Questo il ragionamento della Lega, la quale non ha mai nascosto di vedere il Mes come il cavallo di Troia usato dalla Troika (Commissione Europea, Bce e Fmi) e dalle cancellerie europee, per spartirsi l'Italia, la sua economia, le sue aziende. Dello stesso parere anche Giorgia Meloni, che ha dichiarato di voler mettere per iscritto di aver avvertito il presidente Berlusconi del «pericolo Mes», prima che sia troppo tardi.
Per quanto ci riguarda, siamo completamente d'accordo con il presidente Berlusconi e la sua strategia di stare a contatto con l'Europa, utilizzando tutte le risorse messe in campo dall'Unione (per l'Italia, lo ricordiamo, quasi 250 miliardi tra loans e grants), che in questo momento si rendono assolutamente necessarie per dare liquidità a famiglie e imprese che sono allo stremo, considerando anche che lo Stato, sia per via della mancanza di risorse a disposizione, sia per l'incapacità del Governo giallorosso di reperirle, non riesce a dare quelle soluzioni finanziarie che invece l'Europa ha già messo sul piatto.
Alla teoria del Mes usato come strumento di ricatto europeo nei confronti dell'Italia non crediamo, sia perché pensiamo che l'Europa sia la nostra casa, presente e futura, sia perché le risorse del Mes hanno come unica condizione quella di essere usate per le spese sanitarie, presenti e future, che per l'Italia sono elevatissime. Non è quindi irresponsabile chiedere queste risorse ma, al contrario, il non farlo e subito, considerando che con queste si potrebbero già rendere operativi centinaia di progetti, sempre che il Governo, nel frattempo, sia stato in grado di presentare all'Europa e agli italiani la necessaria riforma, cosa che a noi però ancora non risulta.
Usando una metafora, ci piace pensare all'Europa e ai sovranisti di casa nostra come a due buoni samaritani, con entrambi a cuore il destino dell'Italia. Ecco, ironicamente diciamo che se fossimo proprio costretti a dover scegliere a quale dei due chiedere aiuto, lo chiederemmo al primo, fosse anche per il solo motivo che è l'unico, in questo momento, ad avere i soldi (l'originale della metafora è di Margareth Thatcher).
Quanto poi alla temporaneità del Mes di cui parla Salvini, vorremmo correggerlo su questo errore, ricordandogli che il Mes è un'istituzione sovranazionale, creata a garanzia dell'euro e che quindi non ha una scadenza. Ricordiamo anche che il capitale sottoscritto del Mes ammonta a 750 miliardi di euro, nonostante la maggior parte non sia stato ancora versato, e che queste risorse non sono a termine. Quanto al fatto che nessuno vi abbia mai fatto ricorso, invitiamo l'amico Salvini a guardare il sito del Mes che riporta la lista di Paesi dell'Eurozona che ne hanno già usufruito, in alcuni casi, come quelli di Spagna e Portogallo, per finanziare programmi di riforme europee che l'evidenza dimostra sono stati di successo.
Ricordiamo, infine, a Salvini e Meloni che i fondi europei si inseriscono all'interno di una strategia di rafforzamento della politica di bilancio comunitario, che mira a raggiungere un modello di federalismo fiscale compiuto, con trasferimenti tra i vari Stati. Un modello quantomai necessario per riempire la mancanza di una vera e propria politica economica europea, necessaria per dare all'Europa quella dimensione redistributiva implicita che ancora le manca. La politica monetaria della Bce, con il suo quantitative easing, non è sufficiente da sola a risolvere questa crisi, come pensano Salvini e Meloni.
Come insegnava Mario Draghi, è necessario che questa, la politica monetaria, per poter trasmettere i suoi effetti all'economia reale, sia accompagnata da politiche di bilancio e di redistribuzione delle risorse efficaci degli Stati e dell'Unione, che stabiliscano come spendere la maggior moneta messa in circolazione dalla banca centrale. Senza politica economica europea, senza Stati Uniti d'Europa, lo ribadiamo, qualsiasi politica monetaria diventa non solo inutile ma dannosa, con il collasso inevitabile dell'euro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.