Il mondo cattolico rivendica il Natale: "L'Ue dimentica le origini"

Il mondo cattolico fa quadrato attorno alle radici cristiani dell'Europa che, nelle ultime settimane, sono state attaccate proprio dalle istituzione dell'Unione Europea

Il mondo cattolico rivendica il Natale: "L'Ue dimentica le origini"

Addio “Buon Natale” e ben venuta Madonna in versione transgender. Da Bruxelles arriva l'attacco al cuore del cristianesimo.

“Ieri abbiamo assistito a un'aggressione culturale e religiosa da parte dell'ambasciatore dell'Ue per i diritti Lgbt che ha fatto una provocazione offensiva alla vigilia dell'Immacolata Concezione e in un clima di avvento del Santo Natale. Una provocazione molto violenta che offende la fede altrui e i valori cristiani”, dice a ilGiornale.it la senatrice di FdI, Isabella Rauti, riferendosi a Riccardo Simonetti che, secondo i cattolici, ha compiuto un vero e proprio atto di blasfemia. “Ma se l'Europa vuole essere inclusiva perché si consente a un ambasciatore di compiere un atto così provocatorio e offensivo?”, si chiede la senatrice di FdI che attacca il “pensiero unico che porta i vertici dell'Unione Europea (attraverso codici di comunicazione che per fortuna sono stati ritirati) ad abolire formule come 'buon Natale'. Formule che dovrebbero essere trasformati in un generico e indistinto “buone feste”, valido per ogni occasione”. Paola Binetti chiarisce subito: “Voler annacquare il significato religioso trasformandolo in 'buone feste' significa perdere di vista la sostanza delle cose e accontentarsi delle apparenze. Qui siamo di fronte a un'ignoranza mascherata in pseudo-tolleranza che calpesta i valori cristiani”. La verità, secondo la Binetti, è che “hanno voluto trasformare un evento sacro per miliardi di persone in quella che è una vera e propria blasfemia come rappresentare la Madonna in un transgender. È una cosa che offende i cristiani e il senso comune”. E, a proposito di Simonetti, dice: “Non c'è nessun ambasciatore. L'esistenza di questa carica è stata smentita dalla stessa Unione Europea. Si tratta, quindi, di un'auto-celebrazione sprovvista di qualsiasi fondamento dall'esterno. Questo è un soggetto che da solo si è nominato ambasciatore”.

Per Massimo Gandolfini, promotore dell'ultimo Family Day, “il tentativo fatto dall'Unione Europea di cancellare il Natale è vergognoso. È una vera barbaria nei confronti della civiltà dell'Europa intera perché il Natale ricorda l'evento più importante della storia: l'incarnazione di Dio Padre nel piccolo bambino Gesù”. A tal proposito, Gandolfini si rivolge agli atei affinché non venga negato il valore storico del Natale: “Basta pensare al calendario. Fatti salvi i Paesi arabi e quelli di religione ebraica, tutto il mondo conta il tempo a partire dalla nascita di Gesù e gli anni vengono scanditi in prima e dopo Cristo”. Sulle radici cristiane del nostro Continente interviene anche il teologo Padre Ariel S. Levi di Gualdo che ci spiega: “La parola stessa Europa nacque all'interno del circuito delle abbazie benedettine tra il VII e l’VIII secolo e di questa origine nessuno si dovrebbe vergognare. Se oggi noi possiamo leggere i carmina più lussuriosi di Catullo lo dobbiamo ai monaci amanuensi che ce li hanno trasmessi, assieme a tutto il sapere della cultura greca e latina. Negare queste radici vuol dire negare chi siamo e da dove veniamo”. E, infine, chiosa: “L'Europa ha scatenato una forma di odio nei confronti di sé stessa, è un elemento caratteristico delle società in stato di decadenza. Facciamo un passo indietro: a suo tempo il Santo Pontefice Giovanni Paolo II chiese inutilmente di inserire nel preambolo della Costituzione europea un richiamo alle radici cristiane del nostro Continente. All'epoca si scatenarono le frange estremiste degli Lgbt dei Paesi scandinavi”.

Alfredo Mantovano, magistrato e vicepresidente del Centro studi Rosario Livatino, si sofferma su due parole chiave: ossessione e viltà. “Ossessione perché negli ultimi anni c'è stata un'accelerazione nel mostrarsi gendericamente corretti. Non c'è materia che passi sotto l'ombrello dell'Unione Europea in cui non ci sia questa spinta a infilarci il gender.

Viltà perché, posto che atteggiamenti del genere sono irrispettosi della libertà religiosa, è singolare che non capiti mai un qualcosa del genere nei confronti dell'islam”, spiega Mantovano che ricorda: “Sono passati circa 15 anni dalla vicenda delle magliette contro Maometto che ha portato a morti innocenti. No, si attacca chi si sa che non reagisce”.

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