Libia, Conte prende (ancora) tempo. Ira di FdI: "Siete cialtroni"

L’incontro tra il premier e i capigruppo per fare il punto su Libia e Iran è stato rimandato al prossimo martedì. Ira di Fratelli d’Italia

Libia, Conte prende (ancora) tempo. Ira di FdI: "Siete cialtroni"

L’incontro a palazzo Chigi tra Giuseppe Conte e i capigruppo di maggioranza e opposizione sulla situazione in Libia e in Iraq non si terrà domani, come inizialmente previsto, ma il prossimo martedì.

Secondo quanto riferisce l’agenzia Adnkronos, lo slittamento è motivato dalla necessità di consentire a tutti di partecipare al vertice, compresi i ministri. Ovviamnete, la decisione di rinviare l’incontro a poche ore dal suo svolgimento ha scatenato l’ira di Fratelli d’Italia. Il capogruppo alla Camera del partito, Francesco Lollobrigida, ha criticato la scelta dell’esecutivo: “Il rinvio dell'incontro con i capigruppo e i presidenti di commissione annunciato a poche ore dal suo svolgimento denota ancora una volta il pressapochismo e la cialtroneria di questo governo”.

La mancanza di rispetto per il parlamento non è una novità da parte del Presidente Conte ma in questa circostanza, per la gravità della situazione, risulta assolutamente difficile da tollerare. Pretendiamo di conoscere a quali rischi i nostri soldati siano sottoposti e quale ruolo l'Italia deve incarnare in questa vicenda", ha aggiunto lo stesso Lollobrigida in una nota.

Nel pomeriggio, sempre a palazzo Chigi, si è tenuto un vertice tra il premier Conte e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Sul tavolo le solite due questioni caldissime: crisi libica e tensioni fra Stati Uniti e Iran, con possibili ripercussioni sui soldati italiani presenti in Iraq.

La crisi libica e quella iraniana

Per quanto riguarda la Libia, nelle ultime ore Di Maio è volato in Turchia per aprire un tavolo tecnico che includa anche il sostegno di Ankara e Mosca. Eppure, nonostante i continui appelli alla calma, la situazione resta tesissima. Il governo di Tripoli, guidato da al-Serraj, ha accettato la proposta di tregua, mentre il generale Haftar non sembra avere alcuna intenzione di mollare la presa.

È anche per questo che oggi, dopo tentativi di mediazione che hanno avuto lo stesso effetto di un buco nell’acqua, è andato in scena il testa a testa Conte-Di Maio. Ma, come detto, la riunione che avrebbe incluso tutte le forze di maggioranza e opposizione, inizialmente in agenda per venerdì, è stata posticipata alla settimana prossima.

Se sul fronte libico l’Italia coltiva ancora una piccola speranza di poter contare qualcosa, al netto delle gaffe è degli errori politici, in Iran lo scenario è diverso. L’influenza di Roma, infatti, è pressoché nulla. In ogni caso Conte ha provato a dare segnali di vita chiedendo a Teheran di “allentare le tensioni nella regione". Secondo quanto riportato dall’agenzia iraniana Irna, il premier ha anche affermato che il governo italiano comprende “l'indignazione e il dispiacere della nazione iraniana per l'assassinio del generale Soleimani”.

L'Italia - ha infine assicurato Conte- farà del suo meglio per ridurre le tensioni

e rafforzare la pace e la sicurezza nell’area, sottolineando l'importanza dell'accordo sul nucleare iraniano e i modi “per preservare l'accordo internazionale nonostante l'ostruzionismo statunitense".

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