Momenti di tensione in Senato durante la discussione generale per la fiducia al governo Meloni: gli animi si sono scaldati quando il senatore del Movimento 5Stelle Antonio Licheri si è scagliato contro il nuovo ministro della Difesa, Guido Crosetto, arrivando a paragonare l'attuale esecutivo alla "Repubblica delle banane".
Incassata la fiducia alla Camera con 235 voti a favore e 154 no, il governo Meloni è oggi alla ricerca dell'approvazione anche a Palazzo Madama. La tensione è alle stelle, i grillini sono più che mai agguerriti, specie dopo le dichiarazioni della premier in merito al reddito di cittadinanza. Ed ecco che, presa la parola, il senatore pentastellato Antonio Licheri si lancia in un attacco verso l'esecutivo e critica la Meloni per aver scelto Guido Crosetto come titolare del dicastero della Difesa.
"Nell'opposizione non troverà mai astio e rancore, ma forte preoccupazione. Nel suo discorso infatti non ha trovato spazio la parola 'pace'", polemizza Licheri. "Sembra inimmaginabile, ma nelle sue parole non c'è alcun auspicio di un cessate il fuoco o di un ritorno della diplomazia. Nulla. Lei con il suo silenzio ha voltato le spalle a questa parte del Paese che chiede pace", aggiunge.
Poi l'affondo contro Crosetto. "Per fugare i dubbi sulle ambiguità di alcuni suoi partner, lei ha deciso di strafare nominando Crosetto ministro della Difesa", attacca il senatore M5s, provocando subito dei mormorii che si sono levati dai banchi del centrodestra. "Quello che ieri era il più grande lobbista dell'industria delle armi, oggi starà nel posto dove si fanno gli appalti per quelle industrie. Questo non è da governo di destra o da governo di sinistra, ma da Repubblica delle banane. Questo è un fulgido esempio di quel fenomeno di mal costume che si chiama fenomeno delle porte girevoli", prosegue.
Confusione in aula. I rappresentanti del centrodestra si sono fatti immediatamente sentire, sollevandosi contro le dichiarazioni di Licheri.
Oltre alle grida, anche qualche fischio. I toni si sono alzati a tal punto che il presidente del Senato Ignazio La Russa si è visto costretto a chiedere ai senatori di placarsi e far concludere l'intervento al collega grillino.
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