L'impietoso show di Musk. Con una mail silura 3.700 dipendenti Twitter

In un solo giorno licenziato metà del personale. E a chi si è salvato: "Resti ma lavori 7 giorni"

L'impietoso show di Musk. Con una mail silura 3.700 dipendenti Twitter

Nell'attesa di decidere se si ha a che fare con un pazzo o un visionario, il mondo assiste attonito all'ennesimo show di Elon Musk e si gratta la testa. Facile condannare il nuovo padre-padrone di Twitter nel giorno in cui organizza un grottesco spettacolo per licenziare 3.700 dipendenti, la metà degli impiegati del social network appena acquistato per 44 miliardi di dollari, tra cui l'intero team Human Rights, che si occupava della difesa dei diritti umani in azienda. Ma siamo sicuri che il capitalismo in t-shirt non nasconda le rughe di un sistema che, dovunque lo si guardi, mostra solchi profondi?

Ma che modi, comunque: dipendenti che si svegliano al mattino e trovano computer e relativi account bloccati, in attesa di una mail che sa di macabra lotteria. «La tua posizione in Twitter»: è arrivata titolata così, intorno alle 3 del pomeriggio di San Francisco, e solo allora hanno scoperto chi ha vinto e chi ha perso. Violenza psicologica, si chiama, moltiplicata dal fatto che Musk si sta divertendo un mondo. E qui sta il punto.

Il capitalismo, si diceva: che sia in giacca e cravatta o appunto si vesta con una sdrucita magliettina, pone ormai delle domande per abili solutori. Le cui risposte non sembrano essere all'orizzonte. La rivoluzione tecnologica sembrava infatti aver cambiato una realtà antica in cui chi era al comando della baracca aveva potere di vita e di morte lavorativa su chi stava sotto. Poi però è arrivato Steve Jobs, di cui si narrano licenziamenti in ascensore per una risposta sbagliata al suo saluto. E comunque, anche se non fosse vero, quelli che successivamente hanno partecipato alla corsa per la sua impossibile eredità, sono riusciti a fare anche di peggio, basta vedere dove e come prodotti e servizi tecnologici vengono confezionati. Così adesso ecco che Elon riassume il tutto, preannunciando a chi resterà con lui 12 ore di lavoro su 24 (bontà sua), 7 giorni su 7, 52 settimane su 52 («sennò quella è la porta»), con gente che dorme in ufficio in sacco a pelo per non perdere la scrivania. E quindi: che senso ha? E soprattutto: ha senso un'economia in cui fallimento e successo hanno lo stesso lato oscuro? L'orologio del tempo sembra andare indietro: la linea tra l'impresa e la ferriera è sempre più sottile, e c'è da chiedersi se le regole del gioco vadano d'accordo con la realtà. L'impresa in fondo è rischio, dice la legge universale, e per tutte le parti in causa che dovrebbero far parte dello stesso ingranaggio. «Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale: è il coraggio di continuare che conta», diceva Winston Churchill. Il problema è come.

E poi le parole, appunto, torniamo a quelle: perché l'uomo più fuori dall'ordinario di sempre per fare certe cose poi si attacca al déja vu. Tipo: ai dipendenti chiusi fuori dalla porta, a cui ha sospeso badge e accessi in attesa del giudizio finale, Musk ha scritto di non presentarsi in ufficio «per garantire la loro sicurezza». Agli investitori che minacciano di ritirare il loro appoggio, che sta lavorando «per rendere l'azienda un posto migliore». E alle promesse di «un lavoro dignitoso per tutti» fa seguire l'ingresso dalla porta sul retro di ingegneri delle sue altre aziende - tipo Tesla, The Boring Company e Neuralink - per occupare gente il doppio del tempo alla metà, al posto di quelli che stanno già con gli scatoloni in mano. Niente male per uno che vuol fare l'alternativo e ha chiamato uno dei suoi otto figli X Æ A-Xii.

Lo immaginiamo, allora, seduto alla scrivania, scarpe sul tavolo e spinello in mano, mentre il sogna di come andare ancora più in là dove nessun tycoon è mai giunto prima. Ha preso Twitter per garantire libertà, ma non ha specificato quale fosse il limite, soprattutto il suo.

E così, comunque vada, sa che ne uscirà vincitore: nel caos totale del social (che ha annullato la conferenza degli sviluppatori) e con i conti a pezzi, ecco che Musk ha la soluzione pronta, accusando «gruppi di attivisti che fanno pressione sugli inserzionisti, nonostante il fatto che nulla sia cambiato con la moderazione dei contenuti».

In ogni mondo, in ogni epoca alla fine, per spiegare l'inenarrabile è sempre la solita Storia: c'è qualcuno che ce l'ha con te.

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