Linate riapre lunedì 13 luglio, in anticipo su ogni previsione. La notizia ha avuto conferma dal ministero dei Trasporti, ma fino alla serata di ieri alla Sea, che gestisce l'aeroporto, e all'Alitalia, che ne è il maggior cliente, non era arrivata alcuna comunicazione ufficiale. La decisione dovrà essere presa con decreto del ministro, mentre l'organo tecnico-amministrativo della riapertura è l'Enac al quale è giunta una lettera dal ministro Paola De Micheli.
La notizia è stata accolta con sentimenti diversi. Molti milanesi, abituati allo scalo cittadino, l'hanno appresa con sollievo per il ritorno a vecchi comportamenti: Linate serve la Milano del business e della politica e avvicina i luoghi di villeggiatura. Neutra la reazione di Alitalia, che aspetta l'ufficialità per mettere mano a destinazioni e orari; la compagnia ripete quello che aveva già detto nei giorni scorsi, quando erano scoppiate le polemiche per i voli venduti da Linate anche se l'aeroporto era chiuso: «Linate è preferito da gran parte della nostra clientela, che ci chiede a gran voce il ripristino dei voli». Lo stesso ministero è su questa posizione: «C'è esigenza da parte dei lombardi di avere voli anche su Linate».
Nessuna reazione ufficiale da parte della Sea, anch'essa in attesa di ricevere un atto ufficiale: ma la società di gestione, controllata dal Comune di Milano, non ha mai negato che i costi di una riapertura, con una domanda oggi così bassa e con Malpensa operativo ma sottoutilizzato, saranno molto gravosi. Secondo le stime i costi aggiuntivi saranno di 1,5-2,5 milioni alla settimana, facendo sprofondare ancora di più il bilancio 2020 della società. Inoltre a Linate sono in corso lavori di ristrutturazione che renderanno più complicato il distanziamento dei passeggeri nelle procedure di imbarco e sbarco: l'aeroporto, che in periodo normale è autorizzato a operare 9 coppie di slot all'ora, ora dovrà essere ridimensionato e non potrà operarne più di 2-3 all'ora (calcoli e simulazioni sono in corso). Del traffico di Linate, Alitalia possiede il 70%, mentre le altre compagnie titolari di diritti sono Iberia, British, Lufthansa, EasyJet (seconda per numero di voli), Air Italy (in liquidazione), Sas, Klm, Air France. Un tema spinoso dunque riguarda la distribuzione degli slot con il nuovo contingentamento.
La notizia della riapertura, di per sé, rispecchia una prospettiva di normalizzazione post-virus che, in generale, rincuora. Tuttavia da un punto di vista economico i numeri sono fortemente sbilanciati: martedì a Malpensa (che oggi serve anche i voli ex Linate) i passeggeri transitati sono stati 10.195, per un totale di 95 movimenti (due soli di lungo raggio, Doha e Dubai): circa il 90% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando i passeggeri tra i due aeroporti erano 110mila. Impossibile, sostiene la Sea, alimentare due strutture con una domanda così bassa, se non a costi proibitivi.
È peraltro ritenuto molto improbabile che ci possano essere delle compensazioni pubbliche per le nuove perdite di cui la Sea dovrà farsi carico: sarà un danno ulteriore per il Comune, che ha sempre staccato dividendi annuali, e quindi per tutti i cittadini milanesi.
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