Hanno colpito per almeno tre volte, indisturbati e impuniti, nel cuore della città più ricca e moderna del Paese, trasformando una sera di festa in un incubo per un numero incalcolabile di ragazze. L'inchiesta sulle aggressioni sessuali compiute a Milano la notte di Capodanno si arricchisce di nuovi episodi e nuove vittime: e più il totale sale, più viene da chiedersi come sia stato possibile che piazza Duomo si sia trasformata in una sorta di terra di nessuno dove a dettare legge era il branco venuto dalle periferie.
Sono nove, ormai, le vittime già identificate delle violenze. Ieri gli inquirenti hanno fatto il punto insieme agli investigatori della Mobile. Da una settimana altre vittime si sono fatte avanti. Altre ragazze hanno trovato la forza di denunciare il trattamento vergognoso cui sono state sottoposte. I tre focolai identificati - due turiste tedesche vittime nel primo caso, sette italiane negli altri due - si sarebbero succeduti a breve distanza. I responsabili sono sempre i medesimi, un gruppo che si sposta nella piazza e colpisce a ripetizione? L'ipotesi principale è questa, ma le riprese video sono di bassa qualità e chiedere alle vittime di tracciare identikit attendibili è impensabile. Su un punto, però, le ragazze concordano: a prenderle di mira sono stati sempre e soltanto giovani extracomunitari, apparentemente nordafricani. Una notizia destinata a rinfocolare le polemiche politiche su quanto accaduto.
Tra le nove vittime, si spiega in Procura, ci sono consistenti differenze nel trattamento subito. Ci sono ragazze che hanno dovuto subire contatti fisici brutali ma rapidi, e altre che invece sono finite nelle grinfie del branco per minuti interminabili prima di riuscire a mettersi in salvo. Ma ora tutte le vicende sono confluite in un fascicolo contro ignoti per stupro di gruppo. Tra i nuovi episodi individuati, quelli che hanno portato a nove il totale (provvisorio, si teme) delle vittime uno sarebbe avvenuto intorno all'1,30 del mattino, quando il branco ha circondato una diciannovenne la cui amica è invece riuscita a porsi in salvo. Un'altra vittima è stata aggredita nelle vie intorno a piazza Duomo dove si trovava con una amica che è stata rapinata. E man mano che aumentano le denunce e si può «mappare» lo spostamento del branco nelle strade del centro, tanto più salgono le speranze di individuare nei video delle telecamere di sicurezza immagini abbastanza chiare da poter essere utili.
A questo materiale si aggiungerà a breve la documentazione che la Procura, attraverso un ordine di investigazione europeo, ha chiesto alla magistratura di Mannheim, la cittadina tedesca dove abitano le due amiche che per prime sono finite nel mirino del branco. Le ragazze hanno consegnato anche delle immagini che sono riuscite in qualche modo a girare nei minuti in cui sono rimaste in balia degli aggressori: i minuti durante i quali, come hanno messo a verbale, «all'improvviso c'erano decine di persone addosso a noi e non capivamo chi stesse facendo che cosa».
«Quando sono caduta a terra - ha raccontato ieri una delle ragazze a Quarta Repubblica - è stato tutto così veloce, ho pensato mio Dio stanno per stuprarmi. Vedevano che piangevo, li supplicavo di fermarsi ma non si fermavano, ridevano. Quelle mani erano così aggressive, con forza le infilavano tra le gambe».
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