"L'iniziale, la scrittura piccolina: vi dico i segreti di Conte e Grillo"

Ecco il confronto tra Giuseppi e Beppe: cosa rivelano queste lettere e cosa si nasconde dietro la guerra tra i due big dei Cinque Stelle

"L'iniziale, la scrittura piccolina: vi dico i segreti di Conte e Grillo"

Giuseppe Conte Dalla scrittura di Giuseppe Conte emerge una personalità determinata, con una notevole sensibilità che può creargli delle difficoltà nel sopportare le frustrazioni poiché, avendo una bassa soglia di tolleranza, cerca, senza riuscirci, di tenere a bada la tensione con il ragionamento, col rischio di finire in collera. L’eccessivo controllo, che si nota anche nel linguaggio corporeo, fatto di un’eleganza sobria, di un’espressione linguistica misurata e convincente, per cui niente è fuori posto, denota come egli sappia esprimere le proprie opinioni con garbo e misura, cercando di apparire sempre gradevole e credibile (vedi scrittura piccolina). Forse però, il nostro ex Presidente non ha fatto i conti con il proprio mondo pulsionale, legato ad un Super-ego che diventa facilmente censore, portandolo ad un idealismo, che gli fa vivere la politica come una “fede” (grafia con alternanza di pressione, margine destro assente e sinistro ampio, tratto un po’ congestionato). Ma è soprattutto la firma, che si discosta molto dal gesto grafico presente nella scrittura, a mettere in luce come la conquista sociale sia per lui un “riscatto sognato” da difendere a tutti i costi: una paternità conquistata che non intende cedere a nessuno, men che meno a Grillo.

grafia conte

Beppe Grillo La firma mette in evidenza due aspetti del carattere: da un lato c’è originalità e vivacità intellettiva e d’azione, dall’altro il desiderio di sostenere a tutti i costi la propria immagine, cercando di superare in questo modo un’insicurezza di fondo alla quale risponde con caparbietà. L’originalità e l’ostinazione potrebbero portarlo a comportamenti reazionari ma non rivoluzionari. L’iniziale delle lettere, che parte al di sotto del rigo, conferma il bisogno di avere sempre sicurezze tangibili per cui più che avere fede negli ideali c’è la difficoltà d’interazione dovuta alla foga di essere riconosciuto come leader.

Beppe Grillo vive costantemente come fosse sul palcoscenico e quindi domina in lui la teatralità. Entrambi nascondono delle insicurezze, nate nel passato, che cercano a tutti i costi di superarle ora con la scalata politica per un futuro d’immagine cui non sono disposti a rinunciare.

beppe grillo

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