L'intelligence Usa. "Wuhan, 3 medici malati di Covid a novembre 2019"

Il rapporto del "Wall Street Journal", Fauci "non convinto dell'origine naturale del virus" chiede un'inchiesta. Pechino: "Basta con le teorie del complotto, indagine sulla base di Fort Detrick"

L'intelligence Usa. "Wuhan, 3 medici malati di Covid a novembre 2019"

La bomba è stata sganciata domenica dal Wall Street Journal, e l'esplosione potrebbe cambiare equilibri diplomatici e sanitari di mezzo pianeta: tre ricercatori dell'Istituto cinese di virologia di Wuhan erano gravemente malati di Covid già nel novembre 2019, al punto tale da richiedere cure ospedaliere e riprendersi dalla malattia soltanto dopo un periodo di terapia intensiva. Il quotidiano economico americano avrebbe appreso l'indiscrezione direttamente dai servizi segreti a stelle e strisce. Un'informativa del Dipartimento di Stato, diffusa durante le ultime settimane dell'amministrazione Trump. Da questi dettagli crescono le possibilità che il virus possa essere fuggito da un laboratorio invece della tanto sbandierata (dal governo cinese) trasmissione da animale a uomo. Una versione che coincide con il dossier pubblicato il 16 maggio dalla rivista Science: 18 ricercatori di virologia delle più prestigiose università non escludevano che all'origine della pandemia potesse esserci stato un incidente con una fuga di laboratorio.

Pechino ha prontamente risposto all'articolo del Wsj, ribadendo che il primo caso confermato è stato quello di un uomo che si è ammalato l'8 dicembre 2019. «I laboratori non c'entrano nulla - afferma il ministro degli Esteri Zhao Li Jian - a febbraio abbiamo ospitato il pool medico dell'Oms e anche loro nel rapporto hanno escluso qualsiasi tipo di incidente collegabile all'insorgere del virus». Per molti però non sarebbero mancate diverse interferenze cinesi durante il soggiorno dell'equipe. Possibilità che viene caldeggiata anche dal Segretario di Stato Usa Antony Blinken: «La Cina ha inquinato le prove. Hanno preparato tutto a tavolino, mostrando agli scienziati solo quello che era nel loro interesse». Di ieri anche la presa di posizione di Anthony Fauci, direttore dell'Istituto nazionale di malattie infettive e consigliere della Casa Bianca: «Non sono convinto» che il virus si sia sviluppato per vie naturali. Parlando con Fox ha risposto: «Penso che dovremmo indagare su ciò che è successo in Cina. Le persone che stanno indagando sostengono che l'emergenza nasca da un animale che ha contagiato gli individui, ma potrebbe essere stato qualcos'altro e noi abbiamo bisogno di scoprirlo». Li Jian ha ribattuto piccato, considerando le affermazioni sul laboratorio di Wuhan «come teorie del complotto create per distogliere l'attenzione dalla gestione del coronavirus da parte del governo Usa. Dovrebbe essere invece messa sotto indagine la base militare di Fort Detrick, dove si svolgono attività sospette».

Lo scoop del Wsj fa il paio con quello del canale salute della Cnn del giugno 2020. Affidandosi a uno studio della Harvard Medical School di Boston, il network mandò in onda le immagini satellitari dei parcheggi ospedalieri dei 5 nosocomi di Wuhan, riscontrando come fossero ben più trafficati a partire da agosto, e in modo crescente in autunno, fino al picco di dicembre, se confrontati con l'uso medio nello stesso periodo del 2018. Tutte evidenze che mostrerebbero come il virus sia emerso ben prima della sua identificazione nel mercato di Huanan.

La città di Wuhan, e in particolar modo il laboratorio Wiv, torna a essere il punto focale di indiscrezioni e di possibili nuove indagini.

Nonostante una stretta collaborazione prima con la Francia, e dal 2017 con gli Stati Uniti, nessuno scienziato straniero (compreso il pool dell'Oms) ha avuto l'autorizzazione a mettere piede nel centro diretto da Shi Zheng Li, tristemente conosciuta come «la signora dei pipistrelli» o Batwoman. La stessa Zheng Li, intervista da Nature, escluse incidenti di laboratorio e la comunità scientifica le diede ragione. Anche se nessuna indagine indipendente è stata mai condotta al Wiv.

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