"Una lista unica per la sinistra". L'ultima spiaggia della Boldrini

L'ex presidente della Camera, Laura Boldrini, propone una lista unica di centrosinistra per le prossime elezioni europee

"Una lista unica per la sinistra". L'ultima spiaggia della Boldrini

Di Armata Brancaleone a sinistra si parla dal lontano 2006. Erano i tempi di Prodi e delle improbabili coalizioni di centrosinistra con dentro tutti e il contrario di tutto. Bene. Oggi Laura Boldrini sembra guardare a quel modello per provare a rivitalizzare una moribonda area politica. Che dopo il tracollo del Pd alle elezioni politiche e le prestazioni da “zerovirgola” di Leu sembra molto lontana dal ritorno al potere.

Chissà se l’ex presidente della Camera si sta lanciando come nuova leader di una nascitura alleanza della sinistra. Forse sì. Anzi: è probabile. Alle ultime elezioni è stata “costretta” al ruolo di comprimaria con Pietro Grasso, che però con la sconfitta elettorale si è bruciato ogni possibile rivendicazione di leadership. Ora potrebbe toccare a lei, la donna che difende le donne. L’ex alto commissario Unhcr sempre dalla parte dei migranti.

Ecco dunque l’iniziativa “inedita” (sic!) cui pensa la Boldrini. Già dalle prossime europee (definite “campali”) le forze “di centrosinistra” a detta della deputata dovrebbero puntare ad “un simbolo unico nuovo” per "ritrovarsi su alcuni temi importanti”. Quali siano, non è ancora chiaro. "In questo momento storico – spiega - non possiamo permetterci di far prevalere le divisioni: a forza di fare distinguo si rischia di estinguersi”.

L’”anno zero” della politica di sinistra dovrebbe dunque iniziare da un “big bang” targato Boldrini. Laura si dice certa che occorra "ricominciare a costruire qualcosa di contemporaneo e capace di attrarre giovani". L’idea è quella di "una lista unica senza simboli di partito basata su cinque punti su cui possiamo essere tutti d'accordo”. Un nuovo Ulivo insomma, solo in salsa 2.0. E i candidati? La Boldrini pensa a esponenti “dell’associazionismo laico e cattolico, sindaci, ambientalismo, femminismo e parte della società che non si è più sentita rappresentata il 4 marzo". Non è chiaro se lei sia compresa tra i trombati.

I cinque punti programmatici vanno da "una nuova politica economica che dica basta all'austerità” alla "politica fiscale armonizzata, per evitare i paradisi fiscali all'interno dell'Ue stessa". Passando ovviamente per una “politica d'asilo riformata con la revisione del trattato di Dublino” e per un programma "ambientale serio che riporti al centro gli impegni presi a Cop21”. Infine l’illuminante (si fa per dire) idea del “social Pil”.

“La percezione dell'opinione pubblica deve cambiare – declina Boldrini - e per questo serve un sussidio europeo di disoccupazione".

Forse il simbolo non sarà ancora pronto (quale pianta scegliere dopo Ulivo e Quercia?), ma il motto della nuova sinistra “boldriniana” già c’è: “Cambiare l'Europa per salvare l'Europa". Tutti a bordo.

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