L'istruzione ha le regole più ottuse d'Europa

La doppia manovra, la riapertura a settembre e le draconiane misure di contenimento prospettate (28 maggio) dal comitato tecnico-scientifico del Miur non ha quasi equivalenti in Europa

L'istruzione ha le regole più ottuse d'Europa

Il «Documento tecnico sull’ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico» scaturito dalla riunione del 28 maggio scorso, che si è svolta presso il Dipartimento di Protezione Civile, è il prodotto finale delle decisioni assunte dal Comitato tecnico-scientifico incaricato dal MIUR di predisporre un piano strategico sicurezza per la riapertura delle scuole in settembre. L’atto azzera ogni forma di socializzazione tra giovani e giovanissimi (non si risparmiano nemmeno i più piccoli), e sceglie la linea più dura possibile: alunni distanziati (1 metro), costretti a evitare qualunque forma di contatto fisico coi loro compagni («sconsigliati i giochi di squadra e gli sport di gruppo») e obbligati, dalla scuola elementare in su, a indossare la mascherina di protezione per tutto il tempo trascorso a scuola (ovvie eccezioni per «attività fisica» e «pausa pasto») come i loro insegnanti, che non potranno toglierla neanche nel far lezione.

La doppia manovra a tenaglia, l’apertura posticipata e le draconiane misure di contenimento, non ha quasi equivalenti in Europa. A Malta, in Ucraina e in Bulgaria la situazione è simile a quella italiana per la riapertura, ma non per le previsioni sulle restrizioni da adottare agli esami di maturità (per la Bulgaria) o alla ripresa, mentre in Albania le scuole potrebbero riaprire a luglio. Ecco il quadro, paese per paese.

Albania

Il 1° giugno, oltre agli asili nido, hanno riaperto (parzialmente) le materne. Dalla stessa data è possibile spostarsi privatamente ovunque (a piedi, in bici, in auto, in moto o in motorino), mentre il trasporto pubblico – urbano e interurbano – continua a essere sospeso. Le scuole riapriranno presumibilmente a settembre (oppure, nella migliore delle ipotesi, a luglio).

Austria

Il 4 maggio sono tornati nelle aule gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori (della durata di quattro anni), il 18 maggio quelli di medie ed elementari (la riapertura ufficiale è stata però il 15 maggio, con la realizzazione di una serie di lavori preparatori), il 29 maggio quelli delle superiori dal primo al terzo anno. Le classi si sono perlopiù avvicendate a giorni alterni: una settimana si seguono le lezioni dal lunedì al mercoledì e la settimana successiva il giovedì e il venerdì. Le mascherine, obbligatorie per studenti e insegnanti, non saranno più portate a scuola a partire dal 15 giugno: da questa data, ha dichiarato (29 maggio) il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, verrà meno quasi ovunque l’obbligo di indossarle pubblicamente (fanno eccezione i mezzi di trasporto, gli ospedali, le farmacie, gli enti di ricerca e i luoghi di fornitura di servizi e gli esercizi commerciali – come i negozi di barbieri e parrucchieri – in cui è impossibile mantenere la distanza di sicurezza di un metro).

Belgio

Le scuole hanno cominciato a riaprire il 18 maggio (alcune, specialmente in area fiamminga, sono però ripartite tre giorni prima). I primi a rientrare (10 al massimo per classe), due giorni a settimana, sono stati gli alunni delle primarie e secondarie impegnati nella preparazione dell’esame di Stato: i bambini della sesta elementare (conclusiva del terzo ciclo) e gli studenti della seconda e sesta superiore (conclusive del primo e terzo ciclo). I bambini della scuola dell’infanzia sono rientrati in aula a tempo pieno il 2 giugno, quelli della primaria torneranno a sedersi tutti ai loro banchi l’8 giugno. Una circolare del 27 maggio (n. 7599) del Ministero dell’Educazione, destinata a materne ed elementari, stabilisce che i piccoli non devono rispettare il social distancing nell’interagire fra loro né indossare le mascherine. Agli insegnanti della primaria il documento chiede di fare invece i maggiori sforzi possibili per l’osservazione della distanza di sicurezza (1 metro e mezzo) fra loro, e con gli allievi e loro genitori, e gli raccomanda l’uso in aula della mascherina (sconsigliata ai colleghi della materna) quando parlino a voce alta dalla cattedra o non siano sufficientemente distanziati dagli alunni.

Bielorussia

La Bielorussia, l’unico paese europeo a non avere interrotto i campionati di calcio, ha adottato minime misure per contenere l’epidemia. Ultimamente, con l’aumento dei casi di contagio, sono stati predisposti protocolli sanitari per i passeggeri in arrivo dai paesi a rischio.

Croazia

In Croazia, dove il distanziamento sociale è di 2 metri, non vige alcun obbligo, ma la semplice raccomandazione, di indossare le mascherine di protezione nelle aule. Gli asili nido e i primi quattro anni delle elementari hanno riaperto l’11 maggio, con l’avvio della terza fase di allentamento delle misure sanitarie emergenziali (la prima fase era iniziata il 27 aprile, la seconda il 4 maggio), su base volontaria. Questo fino al 2 giugno. Dal 3 giugno non sono più i genitori a decidere se far ritornare i figli a scuola: il rientro a scuola è divenuto obbligatorio.

Danimarca

La scuola dell’infanzia e la Folkeskole, la primaria e secondaria pubblica di primo grado (9 anni in tutto, più un anno di materna – o “preprimaria” – e uno facoltativo), frequentata da chi ha un’età compresa fra i 7 e i 16 anni, hanno già riaperto: i primi a rientrare nelle aule (15 aprile) sono stati i più piccoli, della scuola materna ed elementare. Il 18 maggio si sono riaperti i cancelli anche per gli studenti dell’ultimo anno delle superiori (17-19 anni), quelli che dovranno sostenere l’esame di maturità. Il modello adottato è quelle delle aggregazioni per piccoli gruppi di allievi (“bolle protettive”) che non siano in contatto fra loro. Anche la ricreazione si fa a piccoli gruppi. I banchi sono distanziati (più o meno di 2 m), ma niente mascherine per gli allievi e neanche per gli insegnanti. La Danimarca è stato il primo paese europeo a riaprire le scuole.

Estonia, Lituania, Lettonia

Dal 15 maggio i cittadini delle tre repubbliche baltiche possono spostarsi liberamente dall’una all’altra. La Lituania ha riaperto gli asili nido il 18 maggio, la Lettonia il 12 maggio. In Estonia le scuole sono state parzialmente riaperte dopo il 15 maggio (il numero massimo di studenti per aula è stato fissato a 10), e agli studenti e agli insegnanti considerati a rischio si consiglia l’uso di mascherine protettive (fornite dalla scuola). In Lettonia l’anno scolastico – esami finali a parte – si è chiuso o si chiuderà in remoto per tutte le scuole. In Lituania, dal 1° giugno: non c’è l’obbligo del distanziamento sociale (2 metri) per i bambini delle materne (ma si consiglia di limitare a 15 minuti la durata dei contatti), e le mascherine sono obbligatorie solo per il personale amministrativo; le lezioni possono svolgersi in remoto o in presenza (il distanziamento sociale è in questo caso di 1 metro), preferibilmente all’aria aperta.

Federazione russa

Per prevenire la diffusione del virus il​ Ministero dell’Istruzione russo ha chiuso le scuole di ogni ordine e grado dal 23 marzo al 12 aprile. Per il successivo periodo lo stesso ministero ha raccomandato alle scuole di proseguire con l’insegnamento a distanza; la decisione finale spettava però alle autorità regionali, la maggior parte delle quali non le ha riaperte. Gli esami di maturità prevedono, fra le norme sanitarie adottate, l’uso delle mascherine da parte degli insegnanti; ogni decisione sulla necessità di farle portare anche agli studenti che devono sostenere l’esame di maturità spetta ancora alle autorità regionali, che dovranno tener conto dell’evolversi della situazione per il loro territorio.

Finlandia

Lo stato d’emergenza, dichiarato il 17 marzo, è qui cessato il 13 maggio. Dal 14 maggio le scuole finlandesi hanno riaperto gradualmente, col rientro in aula degli alunni della primaria e della secondaria inferiore. Mascherine o altri dispositivi di protezione individuale non sono obbligatori, e nemmeno consigliati, né per gli alunni né per i loro insegnanti.

Francia

Il governo francese ha deciso di chiudere le scuole il 16 marzo. Le scuole elementari sono state riaperte a partire dall’11 maggio, le prime e seconde medie (collèges) – ma solo quelle ubicate nelle zone verdi – dal 18 maggio; la formula, in entrambi i casi, è consistita nel rientro volontario (15 studenti al massimo per classe) e non sono mancati problemi (compresi i dietrofront di molti istituti, costretti a chiudere nuovamente i cancelli per sopravvenuti casi sospetti di nuovi contagi). A partire dal 2 giugno, con la Francia divenuta quasi per intero zona verde (salvo in tre regioni, ancora arancioni: l’Ile-de- France, la Guyane et Mayotte), si aggiungeranno, sempre progressivamente, tutte le altre. I bambini della primaria non sono tenuti a indossare le mascherine protettive, espressamente vietate nelle scuole materne. Le stesse sono obbligatorie per gli alunni delle medie inferiori e superiori nei soli momenti in cui si spostano, a meno dell’impossibilità di rispettare nelle aule le regole di distanziamento sociale (1 metro), e per i loro insegnanti se in presenza degli allievi (decreto dell’11 maggio 2020, n. 548, art. 12, comma II); le regole per le scuole superiori sono identiche.

Germania

Il 16 marzo, dopo una riunione coi presidenti dei Länder, Angela Merkel ha annunciato rigide misure di contenimento sanitario che hanno portato a decretare la chiusura, da parte dei 16 stati federati tedeschi, di scuole e giardini d’infanzia (Kindergarten). Dal 4 maggio il paese è ripartito col ritorno in aula dei diplomandi, ma sulla riapertura scolastica ogni Land ha preso le sue decisioni (l’Assia e la regione di Berlino avevano già riaperto, gradualmente, dal 27 aprile); l’obiettivo del governo federale è comunque di far ritornare tutti in aula, almeno per un giorno (bambini delle materne compresi), prima della conclusione dell’anno scolastico. Il modello adottato è quello dei piccoli gruppi (15 studenti al massimo per aula), il distanziamento sociale è di 1 metro e mezzo e gli studenti, coi loro insegnanti, indossano le mascherine (o sono tenuti, in qualche modo, a coprire naso e bocca).

Grecia

Qui la riapertura (graduale) è partita dalle ultime classi del liceo (non obbligatorio, dura tre anni), rientrate in aula l’11 maggio, ed è proseguita con le medie (Gymnasium, obbligatorio, sempre triennale) e con le restanti classi liceali. Il distanziamento sociale è di 1 metro e mezzo e le mascherine, come nella maggior parte dei luoghi chiusi (l’obbligatorietà di indossarle, per gli utenti, sussiste solo sugli ascensori, sui mezzi pubblici di trasporto, negli ospedali, negli ambulatori e nei centri diagnostici), sono solo consigliate per studenti e personale scolastico.

Irlanda

Le scuole hanno chiuso in Irlanda a partire dal 12 marzo. Il governo, per graduare meglio la riapertura, ha stilato una dettagliata road map in cinque fasi. La prima, avviata il 18 maggio, avrà il suo epilogo il 7 giugno; la terza, che partirà il 29 giugno, vedrà la progressiva riapertura delle scuole materne per i figli dei lavoratori impegnati nei servizi essenziali; la quarta, dal 20 luglio, estenderà l’apertura delle materne ai figli degli altri lavoratori; nella quinta, dal 10 agosto, riapriranno i loro cancelli tutte le altre scuole. Per studenti e insegnanti, come per gran parte della popolazione irlandese, non c’è alcun obbligo di portare guanti o mascherine. La tabella di marcia del governo irlandese prevede il ricorso a mezzi di protezione, in aggiunta al distanziamento sociale (2 metri), solo per limitare i rischi quando si erogano servizi o si prestano cure mediche.

Islanda

Il 13 marzo viene annunciata la chiusura delle scuole secondarie e di tutte le scuole dell’area di Reykyavík a partire dal 16 marzo. Le scuole materne ed elementari (oltre agli asili nido), fuori del territorio della capitale, non hanno mai chiuso i battenti. Tutte le scuole sono state riaperte il 4 maggio. I bambini di materne e primarie non sono soggetti a nessuna regola di affollamento o di distanziamento sociale. Gli studenti delle superiori devono mantenere gli uni dagli altri – nei limiti del possibile – una distanza di 2 metri e non oltrepassare, negli spazi condivisi, il numero di 200 persone. Niente mascherine per nessuno.

Lussemburgo

Gli studenti dell’ultimo anno delle superiori sono tornati in aula il 4 maggio. L’11 maggio si sono riaperte le secondarie per gli anni diversi dal primo. Il 25 maggio sono ritornati sui banchi i bambini delle elementari (écoles fundamentales), a settimane alterne, mentre per l’éducation précoce (l’età prescolare) continuano a essere i genitori a dover decidere se mandare o no i loro figli a scuola. Tutti i bambini sono tenuti a indossare girocolli (tours de cou), che gli dà la scuola, con cui coprire naso e bocca (o, in alternativa, maschere protettive proprie); i loro insegnanti ricevono in dotazione maschere.

Malta

Tutte le scuole (insieme agli asili) sono state chiuse a partire dal 13 marzo. Il primo ministro maltese, Robert Abela, ha annunciato la ripresa di tutte le attività per il 5 giugno, ma le scuole sono state escluse dalla ripartenza (gli asili, invece, riapriranno a breve) e gli stessi esami di Stato, di primo (per gli studenti di 15-16 anni) e di secondo livello (per quelli di 18-19 anni), si svolgeranno solo alla ripresa dell’anno scolastico. Non sono stati ancora forniti dettagli sull’uso dei dispositivi di protezione nelle aule.

Norvegia

La scuola dell’infanzia ha riaperto il 20 aprile, seguita da elementari e medie (le superiori, invece, sono ancora chiuse). Il modello è lo stesso che ha adottato la Danimarca: la formazione di piccoli gruppi fissi di bambini (tre o sei, secondo l’età).

Paesi Bassi

Le scuole sono state chiuse il 16 marzo. Le primarie hanno riaperto parzialmente (al 50% del tempo) il 1° maggio, le secondarie hanno riaperto del tutto il 2 giugno (l’8 giugno torneranno a pieno regime anche primarie e materne). Il personale scolastico, docente e non docente, deve osservare un distanziamento di 1 metro e mezzo dagli allievi, che si raccomanda stiano il più lontano possibile gli uni dagli altri (ma nessun obbligo di mascherine).

Polonia

Le scuole materne hanno riaperto dal 6 maggio (molte sono però rimaste chiuse, per decisione delle autorità regionali o perché non in grado di soddisfare i richiesti requisiti di sicurezza). Dal 25 maggio è stata autorizzata la ripresa delle attività educative (non però nella forma delle tradizionali lezioni) per le prime tre classi delle elementari, e sono possibili “consultazioni dirette” in presenza – dal 1° giugno disponibili per le scuole di ogni ordine e grado - richieste ai loro insegnanti dagli studenti in procinto di sostenere l’esame scritto di maturità (8 giugno) e dagli alunni dell’ultimo anno (l’ottavo) delle elementari, impegnati in un test.

Portogallo

In Portogallo la sospensione delle attività didattiche ha avuto inizio il 16 marzo. I bambini in età prescolare hanno fatto rientro in aula il 1° giugno. Gli studenti degli ultimi due anni delle superiori (l’undicesimo e il dodicesimo), i sedicenni e i diciassettenni che saranno impegnati negli esami, sono già rientrati a scuola il 18 maggio. Le mascherine, secondo quando fissato dal decreto legge del 1° maggio (n. 20, art. 13b, comma 1), sono obbligatorie sia per gli studenti (di età superiore ai 6 anni) sia per il personale scolastico, docente e non docente.

Regno Unito

In Scozia, Galles e Irlanda del Nord le scuole sono ancora chiuse. In Inghilterra, invece, il rientro (graduale) è stato avviato il 1° giugno, con la ripartenza delle quinte e seste classi della primaria (frequentate dai bambini di età compresa, rispettivamente, fra i 5 e i 6 anni e i 10 e gli 11 anni), compatibilmente con le condizioni locali, della secondaria (dell’obbligo, per studenti fino ai 16 anni), dei college per la “formazione ulteriore” (further education), ecc. La distanza di sicurezza è di 2 metri, e anche qui si è proceduto a ridurre il numero di alunni per classe. Sconsigliato l’uso delle mascherine nelle scuole di ogni ordine e grado; si può pensare di adottarle, in situazioni specifiche (esclusivamente al chiuso) o per particolari ragioni, solo per un breve periodo.

Repubblica Ceca

Gli studenti delle superiori, con l’eccezione di quelli dell’ultima classe, rientrati (facoltativamente) l’11 maggio, torneranno a sedersi sui loro banchi il 1° settembre. Gli alunni del nono anno della primaria, l’ultimo del secondo ciclo (con esame di ammissione alle secondarie), sono ritornati in aula sempre l’11 maggio, mentre per i bambini delle altre classi delle elementari il rientro a scuola è avvenuto il 25 maggio (anche qui il rientro, in tutti e due i casi, è stato previsto su base facoltativa). In Repubblica Ceca le mascherine sono obbligatorie negli spazi scolastici condivisi, ma nelle aule decidono gli insegnanti se farle indossare oppure no, durante le lezioni, ai loro studenti.

Repubblica di Serbia

Qui scuole e asili sono stati chiusi il 15 marzo. Gli asili sono stati riaperti (11 maggio), le scuole ancora no. Nessun obbligo di mascherine.

Romania

Le scuole riapriranno a settembre, ma dal 2 giugno è consentito lo svolgimento, negli istituti scolastici, di attività di preparazione agli esami, per la durata di due settimane, rivolte agli studenti delle classi finali (l’ottava, la dodicesima e la tredicesima). In aula gli studenti (non più di 10) e i loro insegnanti sono tenuti a rispettare le norme di distanziamento sociale (2 metri) e a indossare mascherine di protezione (chirurgiche o no).

Slovacchia

Dal 1° giugno sono ripartite – l’apertura è però facoltativa – le scuole materne, con un massimo di 15 bambini, e poi le scuole elementari del primo ciclo (della durata di quattro anni) e le prime classi del secondo ciclo (della durata di altri quattro anni), entrambe con un massimo consentito di 20 alunni. In aula le mascherine non sono obbligatorie né per gli studenti né per gli insegnanti, anche se il consiglio, per questi ultimi, è di indossarle.

Slovenia

Le scuole slovene sono già state riaperte (il 18 maggio il ritorno in aula dei primi alunni: i bambini degli asili e delle tre classi iniziali delle elementari, e gli studenti dell’ultima classe delle superiori). Erano state chiuse il 16 marzo, quattro giorni dopo la proclamazione dello stato d’emergenza sanitaria (cessata dal 31 maggio). Già a partire da quel 18 maggio, con l’entrata in vigore di un nuovo decreto governativo, non era più obbligatorio indossare le mascherine nei luoghi chiusi accessibili al pubblico. Quel decreto, che non modificava le misure di distanziamento sociale (1 metro e mezzo), ne raccomandava comunque l’uso.

Spagna

Il 1° giugno il 70% del territorio spagnolo (per una popolazione di circa 32 milioni di persone) è entrato nella fase due dell’emergenza sanitaria. Il piano approntato per il graduale ritorno alla normalità (Plan de desescalada) prevede, per questa fase, il rientro ufficiale a scuola in settembre ma, prima di allora, la possibilità di predisporre attività di rinforzo, di affidare ai centri scolastici i bambini di età inferiore a 6 anni, qualora entrambi i genitori lavorino in presenza, e di svolgere la prova di ammissione all’università. Dal 21 maggio la mascherina, il cui uso è comunque raccomandato se si è fuori dalla propria abitazione, è obbligatoria, per i maggiori di 6 anni, solo qualora non si riesca a mantenere la distanza di sicurezza (2 metri) dagli altri; questo vale anche per studenti e insegnanti.

Svezia

È un paese a parte, come la Bielorussia, per aver adottato misure molto blande per il contenimento del virus. Qui le mascherine appaiono quasi una stranezza – figuriamoci doverle indossare fra i banchi – e le scuole frequentate da chi ha meno di 16 anni sono state tenute aperte per consentire ai genitori degli alunni di continuare a svolgere il loro lavoro nei settori di primaria importanza. Il governo svedese, a metà marzo, si è limitato a raccomandare l’insegnamento a distanza nelle scuole secondarie superiori.

Svizzera

Nelle scuole svizzere di ogni ordine e grado la mascherina non è obbligatoria. Possono però decidere di indossarle, in particolari situazioni o in determinati contesti formativi, gli studenti di età superiore ai 16 anni.

Ucraina

Dal 12 marzo sono chiuse tutte le scuole, comprese quelle materne. Riapriranno presumibilmente nel mese di settembre, e non si è ancora deciso se si dovranno indossare le mascherine al loro interno (le mascherine sono attualmente obbligatorie sui mezzi pubblici, negli uffici aperti al pubblico, ecc.)

Ungheria

Le scuole materne – con gli asili nido – sono state autorizzate a riaprire dal 25 maggio ma non a Budapest, dove la riapertura è possibile dal 2 giugno; a partire da questa data si può anche decidere di utilizzare i locali scolastici per consultazioni (gli interessati: piccoli gruppi o singoli studenti). L’apertura è facoltativa in tutti i casi: la didattica a distanza proseguirà fino al termine dell’anno scolastico (15 giugno).

Bulgaria

Lo stato di emergenza sanitaria è stato dichiarato il 13 marzo, e quel giorno tutte le attività scolastiche sono state sospese (chiusi anche gli asili, riaperti su base volontaria – decidono i genitori se mandare i bambini – il 22 maggio).

Le scuole non sono ancora state riaperte, ma gli esami per l’ultima classe delle medie inferiori (la settima) e per l’ultima delle medie superiori si svolgeranno in presenza. Gli studenti entreranno in aula indossando le loro mascherine, ma potranno toglierle durante le prove.

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