L'Italia non molla Kiev. "Accordo di sicurezza". Fazzolari agli alleati: "Sostegno garantito"

L'Italia si appresta a firmare un accordo bilaterale di sicurezza con l'Ucraina. Domani la riunione a distanza con la Meloni, invitato Zelensky

L'Italia non molla Kiev. "Accordo di sicurezza". Fazzolari agli alleati: "Sostegno garantito"
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L'Italia si appresta a firmare un accordo bilaterale di sicurezza con l'Ucraina. È il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ad annunciarlo in commissione Esteri congiunte del Parlamento. «Il contesto critico richiede un'accelerazione» spiega Tajani ricordando la «drammatica scomparsa» del dissidente Andrei Navalny. «L'Italia sente la responsabilità di marcare il fermo sostegno a Kiev, vogliamo essere all'altezza del momento, l'aspettativa di Kiev è forte e mai come ora è importante assicurare mezzi perché il Davide ucraino si difenda contro il Golia russo».

L'accordo avrà «valore politico e simbolico». Stipularlo, avverte il vicepremier, serve come «chiaro messaggio» del valore che l'Italia dà al diritto internazionale e alla sovranità di Kiev. «L'Ucraina è un Paese che è stato invaso in spregio al diritto internazionale - ammonisce Tajani -, un Paese libero invaso da un altro Paese. Se facessimo passare quest'ultimo principio, vorrebbe dire che nel mondo varrà sempre il diritto del più forte, in spregio al diritto internazionale».

L'accordo di cooperazione e sicurezza, che arriva dopo quelli analoghi firmati da Gran Bretagna, Francia e Germania, è ancora in fase di perfezionamento. Domani intanto la premier Giorgia Meloni presiederà una riunione a distanza del G7 cui è invitato a partecipare anche Volodymyr Zelensky.

Nel corso dell'audizione Tajani ha confermato che l'accordo verrà sottoposto al giudizio delle Camere e si è appellato alle opposizioni, «perché non è in ballo la maggioranza ma il nostro Paese e sono in ballo la libertà e la democrazia che sono valori fondanti del nostro sistema».

Di diverso segno le reazioni dell'opposizione. Accanto a un Matteo Richetti di Azione (foto), che concorda sostanzialmente con Tajani («come si fa a non capire che il fronte ucraino è un fronte europeo? Sul pieno sostegno all'Ucraina l'Italia ha una posizione che è già assunta: guai se fosse messa in discussione»), c'è il Movimento Cinquestelle che per voce di Riccardo Ricciardi pone più di un distinguo. «Il governo sembra vivere in un mondo diverso da quello che io vedo e leggo sui giornali - commenta il parlamentare grillino -. Qui si parla di ricostruzione dell'Ucraina come se fossimo alla vigilia della ritirata russa. Ma la realtà purtroppo è ben diversa: non solo la controffensiva di riconquista è fallita e ora la strategia militare ucraina è puramente difensiva». Liquidando la notizia dell'accordo bilaterale come «mera propaganda», visto che si tratta di un'intesa «giuridicamente non vincolante».

La linea del governo però è netta. E a indicarla è la Meloni. Inutile quindi, secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, vedere crepe nella maggioranza sul sostegno a Kiev e nelle relazioni con Mosca. Il riferimento è ovviamente a Salvini, accusato da parte dell'opposizione di un rapporto ambiguo con la Russia di Putin. Un rapporto che contrasterebbe con gli interessi nazionali. Un rapporto che quindi minerebbe la solidità della maggioranza.

«La chiarezza della Lega è data dal voto in Parlamento, che è l'unica cosa che interessa agli ucraini. Perché gli ucraini sanno che grazie al governo di centrodestra, guidato da Giorgia Meloni, il sostegno all'Ucraina è garantito».

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