"L'obiettivo dell'opposizione è tenere alto lo scontro"

La presidente dei senatori di Fi sull'inchiesta Covid: "Difficile con il senno di poi emettere sentenze"

"L'obiettivo dell'opposizione è tenere alto lo scontro"

Presidente Licia Ronzulli, da una parte a Firenze la manifestazione contro il fantomatico pericolo fascista, dall'altra a Torino quella degli anarchici. Questo Paese è condannato a un eterno ripiegamento sul passato?

«Questo Paese è condannato ad avere più opposizioni eterogenee, con un solo tratto unificante: lo sguardo sempre volto al passato. Come la piattaforma della Schlein: quanto di più antico, dannoso e nostalgico ci possa essere: ambientalismo spinto, statalismo, molti diritti e pochi doveri, lotta di classe, redistribuzione della ricchezza. E tasse tasse tasse».

La dialettica dal merito sembra virare su un terreno esclusivamente ideologico.

«Usare la scuola come culla della ribellione, soffiare sul fuoco della disperazione, sventolando il drappo rosso del reddito di cittadinanza, avere una certa ambiguità sull'opportunità del 41bis per Cospito, significa essere irresponsabili e sì, dimostra una certa propensione alla fuga dal dibattito sul merito dei veri problemi del Paese. L'obiettivo è solo uno: tenere alto il clima dello scontro».

In questi giorni è tornata sotto i riflettori la gestione istituzionale dell'emergenza Covid. Ha un senso giudicare con il senno di poi questa pagina della nostra storia?

«Premesso, e lo dico davvero con grande stupore, che trovo esagerata la decisione della procura di Bergamo di contestare l'omicidio colposo plurimo, come per la Costa Concordia. Per quanto possa essere o meno responsabile, un politico deve fare scelte. Non ci troviamo davanti a decisioni prese per capriccio e che si potevano evitare, come l'inchino di una nave. Banalmente con il Covid nessuno, nel mondo, sapeva cosa aveva di fronte. Ha senso far luce su ciò che è accaduto, per fare in modo che in futuro non ci si trovi più impreparati. Ma non possiamo non considerare che il Covid ha colpito a tradimento. All'improvviso ci siamo trovati ad affrontare un virus letale e sconosciuto, cercando di trovare le contromisure per affrontarlo e per salvare vite».

Pensa che la zona rossa a Nembro e Alzano avrebbe potuto produrre effetti reali sui contagi?

«Con il senno di poi è davvero difficile parlare, giudicare o, peggio ancora, emettere sentenze. Oggi sono tutti bravi a ipotizzare ciò che avrebbe potuto essere. L'unica certezza è stata la straordinaria reazione della Lombardia: la prima ad essere colpita duramente, la prima a reagire e a trovare contromisure, la prima a rappresentare per le altre regioni l'esempio virtuoso di come rialzarsi».

Quali saranno gli obiettivi della commissione parlamentare sulla pandemia?

«A parte i contenuti della commissione d'inchiesta, deve essere chiaro che il Parlamento non si sostituisce al lavoro della magistratura. E la magistratura non deve sostituirsi al Parlamento. Piuttosto, prendiamo atto del voltafaccia dei Cinquestelle, fino a ieri giustizialisti, oggi innocentisti perché coinvolto Conte. Noi non siamo così e, da sempre, riteniamo che la presunzione di innocenza sia un caposaldo della nostra Costituzione».

Da oltre 20 anni i flussi migratori irregolari portano dolore e tragedie. L'Italia però non riesce mai a esprimere una posizione unitaria e l'Europa resta chiusa nei propri egoismi.

«La politica dovrebbe essere unita nella lotta ai mercanti di uomini e nel chiedere all'Europa di non voltarsi dall'altra parte. La tragedia poteva essere evitata perché le vittime fuggivano tutte dalla guerra e, in quanto profughi, avevano diritto ad arrivare in modo sicuro nel nostro Paese, attraverso i corridoi umanitari non con barconi pericolosi o in bare di noce. Invece, assistiamo da parte delle opposizioni a una strumentalizzazione spregiudicata e raccapricciante. Arrivare a sostenere che il governo non ha voluto di proposito salvare vite è disumano e spregevole».

Antonio Tajani chiede un decreto flussi a livello europeo.

«La soluzione si trova solo a livello comunitario, perché i dati macro ci dicono che, a causa del cambiamento climatico, delle guerre e della fame, i flussi sono destinati ad aumentare e noi dobbiamo farci trovare pronti e cominciare a programmare. Perché anche accogliere in condizioni precarie in luoghi senza acqua, elettricità, servizi igienico-sanitari è disumano».

L'Ue è pronta a fare davvero la propria parte condividendo con l'Italia l'onere dell'accoglienza?

«Le premesse arrivate dal Consiglio europeo del 9 e il 10 febbraio sono positive. È stato accolto il principio della protezione delle frontiere italiane in quanto anche frontiere europee. A fine marzo ci sarà un nuovo Consiglio e ci auguriamo che si passi dalle parole ai fatti, mettendo per iscritto questi principi, come noi chiediamo ormai da troppi anni. Ma qualcosa si muove. La dichiarazione dei ministri dell'Interno del gruppo Med5 (italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro) ne è la dimostrazione».

In pratica a cosa pensa?

«La collaborazione con i Paesi di origine e transito per smantellare la rete dei trafficanti di essere umani non può più essere praticata sulla carta. Servono maggiori risorse a Frontex per la sorveglianza delle frontiere esterne dell'Ue, terrestri e marittime. Se ci fossero già state, magari oggi non staremmo parlando della tragedia di Cutro. Occorrono maggiori fondi Ue per sostenere gli Stati membri nel controllo delle frontiere. Non è più rinviabile la ricollocazione obbligatoria dei migranti tra stati membri. È poi urgente il rafforzamento delle vie legali e sicure di ingresso dei migranti».

Il rinvio a data da destinarsi dello stop ai motori termici nel 2035 cosa rappresenta?

«Un'ottima notizia. Grazie all'incisiva azione del ministro Pichetto Fratin e di Forza Italia abbiamo ottenuto un grande risultato per impedire di infliggere un durissimo colpo all'industria automobilistica e provocare la perdita di 70mila posti di lavoro. Ma quanto è successo rappresenta anche una seria spaccatura all'interno della Commissione.

La maggioranza Ursula ha rappresentato una soluzione per garantire governabilità, ma adesso sta insieme per miracolo. Sarebbe più naturale una coalizione fra Ppe e Conservatori e auspichiamo che le prossime elezioni europee diano una chiara risposta in questa direzione».

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