A eccezione di qualcuno dei soliti idioti social e delle per fortuna pochissime note stonate sparse qua e là, dopo la morte di Alexei Nalvalny, insieme a uno sdegno diffuso si è alzato un coro di accuse al Cremlino e a Vladimir Putin. Dall'Italia al resto del mondo, passando per le poche voci non silenziate in Russia, cordoglio, preoccupazione e attacchi diretti allo Zar hanno fatto da contorno alla notizia della scomparsa del dissidente.
«La morte di Navalny rappresenta la peggiore e più ingiusta conclusione di una vicenda umana e politica che ha scosso le coscienze dell'opinione pubblica mondiale. Una vicenda che riporta alla memoria i tempi più bui della storia. Tempi che speravamo di non dover più rivivere», ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «La morte di Alexei Navalny, durante la sua detenzione, è un'altra triste pagina che ammonisce la comunità internazionale. Esprimiamo il nostro sentito cordoglio e ci auguriamo che su questo inquietante evento venga fatta piena chiarezza», accusa la premier Giorgia Meloni, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani sottolinea che «il Governo sarà sempre a fianco di chi lotta per la democrazia, per la libertà di pensiero e per i diritti inalienabili di ogni essere umano. Sono molto colpito dalla morte di Alexei Navalny dopo anni di persecuzione in prigione».
Durissima la posizione del presidente americano Joe Biden che ha indetto una conferenza stampa proprio per parlare di quanto accaduto. «Non sono sorpreso ma indignato, il responsabile è Putin», ha detto. «Non dimenticheremo il suo coraggio. Una potente voce della verità, un uomo «coraggioso icona della lotta alla corruzione e alla violenza» ha aggiunto il leader Usa con il segretario di Stato Blinken che conferma: «La Russia è responsabile della morte di Navalny». Parla apertamente di «un omicidio» anche il direttore di Novaja Gazeta e vincitore del Premio Nobel per la pace 2021 Dmitry Muratov. «Navalny era un combattente e, a meno che non vogliano combattere, oggi dovrebbero tenere il suo nome fuori dalla bocca», attacca il campione di scacchi e oppositore di Putin Garry Kasparov. «Navalny è stato ucciso e Putin dovrà rendere conto dei suoi crimini», ha dichiarato il primo ministro canadese Justin Trudeau, che ha definito lo Zar «un mostro».
Anche nel Vecchio Continente le accuse convergono su Putin. «L'Ue ritiene il regime russo l'unico responsabile di questa tragica morte. I combattenti muoiono. Ma la lotta per la libertà non finisce mai», ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. «Putin non teme altro che il dissenso del suo stesso popolo. Un triste promemoria di ciò che rappresentano Putin e il suo regime», attacca la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. «Questa è responsabilità esclusiva di Putin», scrive sui social l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell. Per il premier britannico Rishi Sunak «è una notizia terribile. Navalny era il più fiero difensore della democrazia russa». «Nella Russia di oggi si mettono gli spiriti liberi nel gulag e li si condanna a morte», commenta il presidente francese Emmanuel Macron. «Alexei, non ti dimenticheremo mai. E non li perdoneremo mai», scrive via social il premier polacco Donald Tusk.
«È orribile che una voce coraggiosa e impavida che difendeva il suo Paese sia stata messa a tacere con metodi terribili», ha detto invece l'ex cancelliera tedesca, Angela Merkel. Mosca, parla di «accuse rabbiose e ingiustificate» dell'Occidente. Ma nessuno, ovviamente, dà peso a quanto esce dal Cremlino.
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