Micro zone rosse in tempi strettissimi per almeno due settimane nel tentativo di evitare un lockdown generalizzato. E se necessario tutte le scuole chiuse, anche nidi, materne ed elementari. Passaggio automatico nella zona a rischio superiore anche quando l'indice di trasmissione sfiora il limite di 1 per l'arancione e di 1,25 per il rosso. E già da domenica o al massimo lunedì almeno 5 regioni sono candidate all'arancione, in testa la Lombardia dove in 24 ore si sono registrati oltre 1.700 nuovi contagi, 500 a Milano con un indice Rt di 1,08.
Sul tavolo del neopremier Mario Draghi la serrata generale con lo schema del marzo scorso c'è ma è l'ultima ratio. La strategia al momento resta quella dei colori e delle chiusure mirate anche se la diffusione sostenuta della variante inglese e l'arrivo di nuove varianti che potenzialmente potrebbero non rispondere ai vaccini rischia di far saltare il meccanismo dei colori per regione ma si lavora per evitare il lockdown duro che al massimo potrebbe scattare nei week end, considerati più a rischio assembramenti.
Domani dall'ormai consueto appuntamento con il Report del'Istituto superiore di Sanità uscirà il verdetto sul passaggio di colore. Almeno sei regioni hanno un indice di trasmissione che balla intorno al'1 e sono dunque candidate all'arancione: Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Piemonte. Forse anche il Lazio. Abruzzo, Liguria, Toscana, Bolzano e Trento sono già in arancione.
In Lombardia sono 4 i comuni in zona rossa e ieri il sindaco di Bollate, Francesco Vassallo, ha ipotizzato che si andrà oltre una settimana. «Parlo per esperienza personale, non sulla base dei dati, ma credo che ci vorrà più di una settimana di zona rossa per tornare a una situazione più tranquilla», avverte il sindaco preoccupato per i numeri del cluster scolastico. «Ai primi 59 infettati lo screening, ancora in corso, ne ha aggiunti altri 11, quindi siamo a quota 70. Da qualche documento che però io non ho ancora visto sembrerebbe che siamo arrivati a 94 con link esterni al territorio», puntualizza Vassallo. E c'è chi fa notare che a Bollate è zona rossa ma «un sacco di gente che lavora o va a scuola continua ad andare a Milano».
In Umbria dove due giorni fa è andato a verificare di persona la situazione il ministro della Salute, Roberto Speranza, preoccupa l'aumento dei contagi in provincia di Pescara dove la variante dilaga i più giovani che nel 65 per cento dei casi sono positivi alle varianti. Anche nel comune di Cepagatti è stata prorogata al 19 febbraio la sospensione delle attività didattiche. Sempre in provincia di Pescara a Montesilvano scuole, parchi, giardini e aree verdi restano chiusi fino al 28 febbraio.
In allarme anche l'Alto Adige dove ci sono una quarantina di casi tra variante inglese e sudafricana. Il lockdown rigido è stato prorogato al 28 febbraio. Da lunedì 22, dopo le vacanze di Carnevale, non riapriranno le scuole di ogni ordine e grado. In Calabria dalla prossima settimana si cominceranno a vaccinare i docenti e dunque anche qui le scuole resteranno chiuse.
In arancione ristoranti e bar restano aperti soltanto per l'asporto. E in questa situazione sembra difficile che si possa andare incontro alle richieste dei ristoratori che volevano restare aperti anche la sera.
Dopo un paio di settimane di relativa quiete le varianti hanno di nuovo rialzato il livello di rischio. Con la curva epidemiologica di nuovo in salita appare davvero improbabile che in tempi brevi possano riaprire palestre e piscine, cinema e teatri.
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