Londra, inizia l'era Truss tra guai e l'ombra di BoJo. "Taglierò tutte le tasse"

La terza donna della storia diventa premier. "Risolverò i problemi". Gli inglesi sono freddi

Londra, inizia l'era Truss tra guai e l'ombra di BoJo. "Taglierò tutte le tasse"

E il nuovo slogan è: «we'll deliver», faremo quello che abbiamo detto. Previsioni confermate nella corsa alla leadership dei Conservatori britannici: il nuovo primo ministro è Liz Truss, terza donna a ricoprire questa carica nella storia della politica inglese. Dopo Margaret Thatcher e Theresa May, Truss si è aggiudicata la vittoria con 81mila preferenze contro le 60mila ottenute dal suo avversario Rishi Sunak. Un trionfo comunque meno eclatante di quanto avevano previsto i sondaggi che offre la misura delle divisioni interne di un partito ormai in cerca d'identità.

Truss è stata eletta con il 57,4% dei voti, il margine di vittoria più ristretto di qualsiasi altro leader del passato ed è ben consapevole di avere di fronte a sé una strada tutta in salita. Lo si è potuto capire dal suo discorso tutto teso verso un'idea di riunificazione delle diverse anime conservatrici. Nel suo abito viola in stile Iron Lady, la candidata su cui pochissimi avrebbero scommesso e che ancora oggi molti ritengono inadeguata al compito, ha promesso di voler «governare come una conservatrice» e di voler mettere in atto, nei prossimi due anni un piano di taglio delle tasse e di incentivi per l'economia nazionale. «Risolverò il problema della crisi energetica, di breve e lungo termine e quello del servizio sanitario nazionale - ha dichiarato Truss - e nel 2024 porteremo a casa una grande vittoria per il partito». Prima di mettere a tacere le indiscrezioni su possibili elezioni anticipate a dicembre, la nuova leader ha voluto rendere omaggio al suo predecessore e «amico», Boris Johnson. Una manciata di frasi a testimonianza di un'ammirazione e lealtà che non sono mai venute meno e che potrebbero altresì rivelarsi il suo tallone d'Achille. «Boris tu hai ottenuto la Brexit, hai surclassato Jeremy Corbyn, hai avviato la campagna vaccinale. Tu hai affrontato Vladimir Putin. Ti hanno ammirato da Kiev a Carlisle».

Adesso lo scettro passa a lei, con BoJo, forse, condividerà il volo che oggi porterà entrambi dalla Regina a Balmoral dove Boris consegnerà le sue dimissioni e Liz verrà incoronata nuovo capo del governo. Vedremo nei prossimi giorni se la composizione dell'esecutivo sarà nel segno della continuità oppure se, più saggiamente, includerà anche alcuni ministri da sempre critici nei confronti di Johnson. La seconda alternativa, probabilmente, garantirebbe a Truss maggiore stabilità e collaborazione, la prima la renderebbe più vulnerabile di fronte ad eventuali attacchi.

Tra i ministri più probabili comunque, già si fanno i nomi di Kwasi Kwarteng come prossimo Cancelliere e di James Cleverly come ministro degli Esteri. E mentre si tentano d'individuare gli altri componenti dell'esecutivo arrivano già le prime richieste. Come quella della leader nazionalista scozzese Nicola Sturgeon che ieri ha chiesto a Truss di congelare i costi dell'energia. Lei, che con la Thatcher di cui ha spesso scimmiottato mosse e immagine, condivide forse solo l'instancabile impegno lavorativo, fa sapere di volersi metter subito al lavoro e di voler illustrare alcune iniziative già giovedì. L'attende però un autunno dello scontento. Ieri persino gli avvocati penalisti hanno iniziato uno sciopero a tempo indeterminato ed altri ne sono previsti nei trasporti e tra i lavoratori delle poste.

«E se Truss vuole risollevare il Paese dalla crisi - spiegava ieri Simon Jenkins sul Guardian - dovrà voltare le spalle a tutto quello in cui ha sempre creduto. Dopo 12 anni di governo Tory sarà costretta a ricorrere all'aiuto dell'interventismo statale di stampo laburista».

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