L'opposizione straparla contro Musk, il nuovo "uomo nero". Ed è guerra alla Meloni: "Faremo le barricate"

La sinistra contro ogni accordo con Starlink anche se era pronta all'intesa con i cinesi di Huawei: "La premier riferisca in Parlamento". Calenda scatenato: "Nessun patto col pazzo". Pure i tedeschi attaccano il tycoon americano

L'opposizione straparla contro Musk, il nuovo "uomo nero". Ed è guerra alla Meloni: "Faremo le barricate"
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No pasaran: il «campo largo» dichiara guerra a Starlink e al possibile accordo del governo italiano con SpaceX, e chiede alla premier di venire a chiarire la faccenda in Parlamento. «Faremo le barricate», promette battagliero Carlo Calenda. E già oggi la questione sarà oggetto di un primo round nell'aula di Montecitorio, durante il question time con il ministro della Difesa Guido Crosetto, chiamato a rispondere ad un'interrogazione di Avs.

L'ombra dell'ingombrante uomo nero Elon Musk riesce per una volta a mettere d'accordo l'intera opposizione, tanto più dopo il tweet del leghista Matteo Salvini che plaude alla «grande opportunità», con immediata e entusiastica risposta del magnate Usa («L'accordo dell'Italia con SpaceX sarà fantastico»), che è sembrato a molti una smentita della smentita di Palazzo Chigi. Così Elly Schlein irride la «corsa della destra italiana al bacio della pantofola dell'uomo più ricco del mondo», e parla di «governo nel caos» con «il vicepresidente del consiglio che smentisce la stessa premier, mentre Fratelli d'Italia bollava come fake news quanto Salvini stava confermando». Il capogruppo dem a Palazzo Madama, Francesco Boccia, formalizza - con tanto di lettera al presidente del Senato Ignazio La Russa - la richiesta di comunicazioni del governo al Parlamento: «Assistiamo attoniti al dibattito social tra la presidenza del Consiglio dei ministri e Elon Musk in merito ad una trattativa tra il nostro governo e la società SpaceX circa la fornitura di servizi di telecomunicazione per le nostre sedi diplomatiche, forze armate, istituzioni strategiche e Pubblica amministrazione. Tutto ciò è di palese gravità».

Matteo Renzi chiede «un percorso trasparente e un dibattito pubblico» su scelte così strategiche e su investimenti di «un miliardo e mezzo degli italiani: Meloni deve venire a metterci la faccia». Per Calenda Musk è il vero pericolo: «Un pazzo che, alimentando fake news, sta sostenendo l'extradestra in tutt'Europa, con l'obiettivo di distruggerla».

Anche M5s, con Giuseppe Conte, denuncia il «possibile accordo per consegnare pezzi della nostra sicurezza nazionale a Musk». L'ex premier tuona: «Un governo che vuole tutelare l'interesse nazionale e la trasparenza dei processi democratici non affida asset strategici con trattative riservate. Viene piuttosto in Parlamento a chiarire a tutti gli italiani». Ironia della storia (o della più ordinaria cronaca): il medesimo Conte, pochi anni fa, fu - a parti invertite - protagonista di una analoga polemica, che oggi il capo pentastellato assai opportunamente rimuove. Fu il suo secondo gabinetto, infatti, ad emanare nell'agosto del 2020 un dpcm (stranamente secretato), firmato dall'allora ministro Patuanelli, che autorizzava Tim ad utilizzare per le reti del 5G la tecnologia cinese Huawei. E all'epoca furono Lega e Forza Italia ad insorgere, chiedendo che il governo M5s-Pd spiegasse lo strano accordo: «Se esiste un patto segreto con la Cina per svendere i nostri dati e la nostra sicurezza il governo deve chiarire in Parlamento».

Per il portavoce della Commissione Ue «gli Stati membri dell'Unione possono partecipare a Iris 2 (il programma di comunicazioni satellitare europeo, ndr) e siglare contratti aggiuntivi a livello nazionale. Rimane una competenza nazionale». Ma l'allarme sulle «ingerenze» politiche del tycoon padrone di Twitter si estende ben oltre i confini della sinistra nazionale. Il gruppo liberale di Renew chiede «un dibattito urgente» nel Parlamento europeo «L'Ue non può essere ingenua o cieca di fronte alla determinazione di Musk di intromettersi negli affari democratici degli Stati membri, sostenendo cause estremiste».

E contro il tycoon si uniscono persino i due competitor per la guida del governo tedesco, il Cancelliere uscente socialista Olaf Scholz e il suo sfidante di destra, il candidato dei Popolari Friedrich Merz, che denuncia Elon Musk per la sua sponsorizzazione dei neonazisti di Afd: una «inedita intromissione nella campagna elettorale di un paese amico».

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