L'opzione nucleare dell'Italia: visti ai migranti per l'Europa

La strategia del governo. Pronti 200mila permessi L'allarme del «Times»: «Roma vuole mandarli da noi»

L'opzione nucleare dell'Italia: visti ai migranti per l'Europa

Il Nord Europa inizia ad accorgersi ora del problema migranti. Eccola la paura, iniziano a sentirlo il panico. La bomba dall'Italia è stata lanciata. Il nostro governo sarebbe pronto a concedere 200mila visti temporanei validi per l'Unione europea a chi sbarca sulle coste del Paese. La notizia è in prima pagina sul Times. «Opzione nucleare da Roma.Vuole mandarli a Nord». Il quotidiano cita il vice ministro degli Esteri Mario Giro e il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per i diritti umani che ha confermato: «L'ipotesi dei visti temporanei è in discussione». L'Italia che smette di subire in silenzio, che trova una via d'uscita pur nel rispetto delle regole, non lo avevano previsto. Loro con le frontiere ben lontane e ben sigillate. Convinti da sempre che Roma si sarebbe dovuta sobbarcare l'invasione continua dei barconi perché così ha stabilito la geografia, il destino di chi è più a Sud, a portata di mano e di mare. Gli obblighi dell'Unione europea, la collaborazione, le quote, la condivisione. Buoni propositi solo sulla carta. Sono anni ormai che l'emergenza immigrati è un film da guardare dal divano di casa, con distacco.

Oggi invece rischia di cambiare davvero tutto. L'Italia potrebbe sfruttare una direttiva di Bruxelles, la 2001/500, scritta dopo la guerra nei Balcani, per favorire il movimento dei profughi. Una norma poco conosciuta che permette di concedere ai migranti un visto per spostarsi in Europa. Misura che venne già sperimentata dal governo Berlusconi, che nel 2011 concesse questa possibilità a migliaia di tunisini. È suonata la sveglia per l'Europa sorniona e sonnolenta, che fino ad ora si è voltata dall'altra parte davanti alle decine di richieste di collaborazione del nostro Paese. «In Europa non servono atti di forza, urlare o battere i pugni, ma un duro negoziato», ha detto il sottosegretario agli Esteri, Mario Giro. Una strategia del governo che suona come musica per le orecchie degli italiani. «Non è una minaccia all'Europa», ha precisato, Manconi, ma «qualcosa previsto dalla normativa vigente».

La strategia del governo passa anche attraverso altre strade: si attende a breve con grande interesse una sentenza della Corte di Giustizia dell'Ue che potrebbe cambiare lo scenario ribaltando l'applicazione del Trattato di Dublino. La prassi interpretativa di Dublino 3 è che la domanda di asilo vada fatta solo nel Paese di primo approdo. In realtà il Trattato è in parte diverso: dice che il Paese di primo approdo è il posto dove fare richiesta di asilo solo se si è entrati illegalmente. Ebbene è pendente presso la Corte di Giustizia Ue il caso di due immigrati, uno siriano e uno afghano, entrati in Croazia a cui fu consentito di andare in Austria e in Slovenia per chiedere asilo. Le richieste furono respinte sulla base dell'accordo di Dublino e il 26 luglio la Corte Europea di Giustizia dovrà chiarire se fosse giusta questa interpretazione. L'avvocato generale della Corte, ha già dato ragione ai due profughi, sostenendo che questo tipo di ingressi non possono essere considerati illegali. Qualora la Corte accogliesse questa linea, darebbe ragione all'Italia: pensare che questi arrivi siano illegali è un controsenso, sostiene il governo. C'è poi anche la proposta dei giuristi della Comunità di Sant'Egidio e che potrebbe risolvere la questione della ripartizione dei migranti tra i Paesi Ue: la direttiva Ue del 20 luglio 2001, concepita dopo la crisi jugoslava per far fronte all'afflusso massiccio di sfollati. La direttiva prevede la concessione della protezione temporanea agli sfollati e nello stesso tempo promuove l'equilibrio degli sforzi tra i Paesi che ricevono gli sfollati.

E ancora: secondo fonti del dipartimento della Pubblica sicurezza, l'Ue ha dato il via libera al codice di condotta delle Ong per i soccorsi in mare ai migranti, proposto dall'Italia. L'ok è arrivato giovedì a Bruxelles durante una riunione con la presenza di una delegazione italiana, di rappresentanti di Frontex e della Commissione europea. Ipotesi al vaglio che faranno smuovere il sonnolento Nord.

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