Milano Una decina di pazienti arrivati da Brescia a FieraMilanoCity, cuore della battaglia anti-Covid della Lombardia. Il nuovo fronte pandemico infuria, e con le terapie intensive bresciane che si stanno saturando il nuovo padiglione Covid di Milano sta cominciando ad accogliere malati provenienti dalla «Leonessa d'Italia». Anzi sta continuando ad accoglierli, perché dalla sua riapertura il centro non ha mai smesso di curare pazienti provenienti da ogni pare della Regione.
Il direttore del Padiglione Nino Stocchetti, primario del Policlinico, ha calcolato pochi giorni fa che sono poco più di 3.500 i pazienti che da novembre hanno avuto bisogno di un posto in terapia intensiva. E dal 23 ottobre, giorno in cui è stato riattivato, il Padiglione Fiera ne ha curati 285. E il tasso di mortalità fra i pazienti della Fiera in questi mesi è risultato inferiore alla media regionale come ha spiegato Ezio Belleri, direttore generale della fondazione Cà Granda, nel corso di un incontro con Nicola Porro sul futuro dell'ospedale fra «nuovi bisogni e immutato impegno».
A ieri, la Fiera ospitava 52 pazienti su 416 ricoverati nelle terapie intensive della Lombardia. E la Lombardia non ce l'avrebbe fatta senza il Padiglione milanese voluto da Regione e Fondazione Fiera e realizzato in poco più di dieci giorni senza spendere un euro di soldi pubblici - grazie alle donazioni - con uno sforzo eccezionale capeggiato da Guido Bertolaso, oggi richiamato in servizio per guidare la campagna vaccinale. E c'è proprio la vaccinazione di massa - dosi permettendo - nel futuro di una parte almeno degli spazi di viale Scarampo, un tempo simbolo di una Milano iperattiva e proiettata verso il futuro.
La Fiera ha ospitato dei test importanti per la messa a punto della campagna. Il presidente della Fondazione Fiera Enrico Pazzali ha spiegato che la sperimentazione contribuirà a creare un «modello di vaccinazione massiva» e lo stesso Bertolaso ha previsto che «il centro di vaccinazione di massa sarà il prototipo di quello che vederemo in tutta Italia». «Con assoluta tranquillità, lavorando h 24 e senza nessun problema - ha previsto - possiamo fare 7-8mila vaccini al giorno». E da lunedì l'attività vaccinale rivolta agli ultraottantenni della Bergamasca si svolgerà anche nel padiglione B dell'ospedale di Fiera Bergamo.
Ma anche il padiglione di terapia intensiva è stato preso a modello in Italia. I disegni progettuali sono stati chiesti da varie Regioni. E nelle Marche è stato realizzato un centro simile, che da fine ottobre ospita pazienti.
A Bari invece, la Lega ha dovuto sollecitare l'apertura del centro. «La struttura è praticamente completa, ma manca il personale sanitario» ha detto Rossano Sasso, deputato leghista e neo sottosegretario all'Istruzione, che ha visitato la struttura in compagnia del vice segretario leghista Andrea Crippa.
Sasso ha parlato di «un incredibile ritardo che si ripercuote sui cittadini, in piena pandemia e con l'esigenza crescente di posti letto in terapia intensiva». L'apertura dell'ospedale era stata riprogrammata per fine mese, dopo la consegna al Policlinico di Bari il 16 gennaio.
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