Milano incassa oltre 1,7 milioni di euro grazie alla collaborazione con l'Agenzia delle Entrate per il 2021. Napoli solo 3.534,26 euro. Basterebbero questi due numeri per raccontare un Paese a due velocità sulla lotta all'evasione fiscale (e non solo) ma la notizia rilancia anche il tema della mancata compliance tra Stato, Comuni e contribuenti. «Se si vuole combattere l'evasione lo si può fare - ragiona Antonio Gigliotti, presidente del Centro studi Fiscal Focus - non la si combatte dove manca la volontà di farlo», come nel Mezzogiorno, dove le mafie fanno il bello e il cattivo tempo, stando anche alla relazione della Dia sul secondo semestre 2021.
La norma che premia con il 100% delle cifre scoperte dagli 007 del Comune e dell'Erario era stata prevista all'articolo 44 del Dpr 600/73. Nel 2005 il governo Berlusconi decise di premiare con il 33% dell'emerso i Comuni che stanavano gli evasori. Misura salita al 100% nel 2012. Con esiti prevedibili. Molti soldi al Nord, pochissimi a Roma e nel Sud Italia, con un trend sempre più negativo.
Come funzionano le segnalazioni? I Comuni incrociano i dati in loro possesso con le banche dati e segnalano alle Entrate eventuali discordanze su case e licenze, patrimoni e residenze, urbanistica e professioni. Se le verifiche della Guardia di Finanza vanno a buon fine, i soldi sono tutti dei Comuni. Milano, che nel 2021 aveva incassato 350mila euro, ha raccolto 1.776.847,83 euro, quasi 34 volte più di Roma, che si è fermata a 53.098,61 euro, e 500 volte più di Napoli, ferma ad appena 3.500 euro e spicci. Genova è passata da 473mila euro e oltre 869mila euro. Bologna incassa quasi 308mila euro, Torino poco meno di 124mila euro (dai 404mila euro del 2021), Firenze solo 58.807,40 euro, poi Reggio Calabria (39.082,66 euro) e Venezia (36.191,81). Per Napoli 3.500 euro sono pure tanti. Nel 2018 si fermò a 403 euro.
Cosa ci farà Sala con questi soldi, ora che Milano è in bolletta? «Sarebbe molto interessante conoscerne l'uso che i Comuni fanno del recuperato», dice al Giornale il commercialista Gianluca Timpone. Lo Stato lo fa, gli enti locali no. E sono sempre in rosso nonostante il tesoretto inaspettato. La notizia riporta al centro dell'agenda politica la questione delle cartelle esattoriali: le ipotesi sulla sanatoria a 3.500 euro, con sanzioni e interessi azzerati, non basta ad aiutare i tanti contribuenti, non evasori ma semplicemente in difficoltà. «L'unica strada per abbattere le cartelle che oggi valgono 1.100 miliardi di euro è riproporre la norma del 2002, vale a dire il pagamento del 25% dell'imposta».
Così le società di riscossione potrebbero dedicarsi al recupero di somme effettivamente incassabili, mentre a oggi l'Erario accampa diritti su ruoli esattoriali inesigibili, morti e sepolti, a volte figlie di cartelle pazze per le quali nessun dirigente delle Entrate paga pegno.Una materia della quale la nuova maggioranza dovrà occuparsi. Presto.
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