Niente più obbligo di mascherina in aereo da lunedì. La decisione - presa dall'agenzia europea per la sicurezza aerea Easa e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie - è destinata a creare parecchia confusione. Più che altro perchè il provvedimento è costellato di «ma» che indeboliscono il senso della fine del divieto.
Innanzitutto sta alla singola compagnia aerea dire se a bordo è meglio indossare il dispositivo di sicurezza o no. E poi l'agenzia precisa che «i voli da o verso una destinazione in cui è ancora richiesto l'uso della mascherina sui mezzi di trasporto pubblico dovrebbero continuare a incoraggiare l'impiego del dispositivo, secondo le raccomandazioni». Dovrebbero, non devono. A momento quindi, essendo l'Italia uno dei Paesi in cui la mascherina è ancora obbligatoria (fino al 15 giugno) sui mezzi pubblici, non cambierà nulla. Diversa invece la situazione della Francia, che da lunedì permetterà di salire su bus e metrò a volto scoperto.
L'allentamento viene ulteriormente smussato da una serie di precisazioni: «La mascherina resta una delle difese migliori contro la trasmissione di Covid», «è fortemente consigliata a chi tossisce o starnutisce, nonché a tutte le persone fragili».
«I passeggeri - evidenziano ancora Easa ed Ecdc - sono incoraggiati a osservare le misure di distanziamento nelle aree interne, anche in aeroporto, ove possibile». Inoltre le compagnie aeree sono tenute a tenere in stand by le informazioni sui passeggeri in caso servissero per rintracciarli in caso di contagi. E agli operatori viene suggerito «un approccio pragmatico: ad esempio, dovrebbero evitare di imporre regole di distanziamento se queste molto probabilmente produrranno un 'collo di bottiglia' in un'altra zona», cioè in uno step successivo del movimento dei passeggeri.
L'associazione internazionale del trasporto aereo Iata allenterà le misure di sicurezza dove saranno già state allentate sui mezzi di trasporto. «È un altro passo importante lungo la strada del ritorno alla normalità per i passeggeri - spiega il direttore generale Willie Walsh - ma, sebbene il protocollo europeo entri in vigore la prossima settimana, non esiste un approccio coerente a livello globale per indossare la maschera a bordo degli aerei. L'equipaggio dell'aeromobile saprà quali regole si applicano ed è fondamentale che i passeggeri seguano le loro istruzioni».
Cosa pensano gli infettivologi? Anche su questo si dividono in due fazione: i tifosi del «rompete le righe» e gli scettici, più cauti. Capofila dei sostenitori della fine del divieto è Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. «Meno male, è un fatto positivo. L'aggiornamento delle misure di sicurezza per i viaggi non è un divieto: chi vorrà portare la mascherina potrà farlo tranquillamente e per alcuni è consigliabile continuare a metterla. Ma non bisogna guardare a chi non porta il dispositivo di protezione individuale come a un appestato». Sulla stessa lunghezza d'onda c'è Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia dell'ospedale Sacco di Milano: «Le mascherine non hanno alcun senso - sostiene - Io l'ho già tolta ovunque tranne che in ospedale e ovunque sia richiesta per ordine ministeriale. Quanto a tutte le altre misure elencate dall'Agenzia dell'Unione europea per la sicurezza aerea nel nuovo protocollo per viaggi sicuri, più che una base scientifica credo rispondano a un'esigenza di immagine e di massima cautela».
Che poi un conto sono i via libera ufficiali per tenere in tasca la mascherina e un altro conto sono i comportamenti reali della gente che ancora oggi porta la mascherina anche là dove non serve. «Il nuovo protocollo europeo non dice di non usarla ma di passare da obbligo a buon senso - commenta Fabrizio Pregliasco, docente dell'università Statale di Milano, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi - Terrò la mascherina in aereo e dovrebbero farlo anche i fragili.
È vero, in aereo ci sono filtri appositi, c'è un ricircolo d'aria anche segmentato per compartimenti, a blocchi di 4-6 file. Però è chiaro che un soggetto fragile debba usare la Ffp2. Vedremo poi se in futuro ci dovranno essere delle restrizioni».
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