L'Ue multa l'Italia: fogne da sistemare

Quattro anni fa un primo deferimento per le acque reflue non trattate in 109 città

L'Ue multa l'Italia: fogne da sistemare

Non dare seguito alla sentenza della Corte di Giustizia europea sul trattamento delle acque reflue urbane potrebbe costare molto caro all'Italia. Oltre 62 milioni di euro di multa a titolo forfettario, per l'esattezza, più una sanzione supplementare di quasi 347mila euro per ogni giorno di mancata applicazione di quanto imposto: questo il contenuto economico del nuovo ricorso contro l'Italia proposto da Bruxelles.

Nel 2012 la Corte aveva stabilito che le autorità italiane stavano violando il diritto Ue in quanto non avevano assicurato la raccolta e il trattamento adeguati dei liquami di scolo di 109 agglomerati urbani. Di conseguenza ne aveva ordinato un'adeguata raccolta e trattamento, pena sanzioni. Alla perentoria indicazione è stato dato seguito solo in una minoranza di casi, cosicché oggi, a quattro anni di distanza, risultano essere ancora 80 i casi di violazione: ben 51 di questi in Sicilia, 13 in Calabria, sette in Campania e via discendendo fino ai tre casi registrati in Liguria e all'unico segnalato in Abruzzo. Complessivamente oltre sei milioni di persone risiedono nei centri abitati considerati dalla sentenza.

La motivazione del nuovo deferimento dell'Italia risiede nel fatto - piuttosto intuitivo in verità - che il mancato trattamento delle acque reflue «pone rischi significativi per la salute umana, le acque interne e l'ambiente marino». In particolare viene posto l'accento sugli eccessivi contenuti di fosforo e di azoto negli scarichi, incriminati perché in grado di danneggiare sia le acque dolci che l'ambiente marino, favorendo la crescita eccessiva di alghe che finiscono col soffocare le altre forme di vita.

La direttiva europea numero 271 del 1991 prevede che gli Stati membri dell'Unione siano tenuti ad accertarsi dell'adeguato trattamento delle acque di scarico urbano onde evitare ricadute sulla pubblica salute e sull'ambiente. Quanto all'applicazione della sanzione supplementare, essa scatterebbe qualora per la data dell'emissione della sentenza non risultasse la piena conformità a quanto stabilito dalla Corte europea. In sostanza all'Italia viene quindi lasciato tempo fino al prossimo pronunciamento dei giudici europei per adeguarsi ed evitare l'applicazione delle multe di Bruxelles.

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea comprende al suo interno la Corte di Giustizia, il Tribunale e i tribunali specializzati.

La Corte di Giustizia assicura il rispetto del diritto nell'interpretazione e nell'applicazione dei trattati, essa è composta da un giudice per Stato ed è assistita da avvocati generali, scelti tra personalità che offrano garanzie di indipendenza e di notoria competenza.

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