
Sono in arrivo «tagli radicali» alle regole ambientali dell'Unione europea considerate fino a pochi mesi fa dogmi indiscutibili del Green Deal. Secondo quanto emerge da una bozza trapelata della prossima legislazione Omnibus pubblicata dalla rivista Politico, la Commissione Ue proporrà con il disegno di legge Omnibus tagli consistenti al regolamento di rendicontazione ambientale europeo. In particolare, le imprese potrebbero essere esentate dal rispetto delle norme di rendicontazione della sostenibilità aziendale limitandole alle aziende più grandi e verrebbero ridotti i requisiti per monitorare le violazioni ambientali nelle catene di approvvigionamento globali delle aziende.
Il disegno di legge Omnibus, che dovrebbe essere presentato il 26 febbraio, è uno dei primi importanti atti legislativi della nuova commissione e nasce con l'obiettivo di ridurre la burocrazia e rilanciare l'economia. Nello specifico mira a semplificare tre regole green: «La direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD), che costringe le aziende a riferire sul loro impatto sull'ambiente e sulla loro esposizione al rischio climatico; la direttiva sulla due diligence sulla sostenibilità aziendale (CSDDD), che richiede loro di indagare e affrontare i diritti umani e gli abusi ambientali nei loro abusi globali della catena di approvvigionamento; e la tassonomia dell'UE, che definisce ciò che conta come un investimento sostenibile».
L'entrata in vigore della rendicontazione della sostenibilità aziendale verrebbe così ritardata di un anno e riguarderebbe solo le aziende più grandi con oltre 1000 dipendenti e 450 milioni di fatturato e non, come prevede l'attuale legislazione, le società quotate con un minimo di 50 dipendenti e un fatturato annuo di 8 milioni di euro. Tra i punti inseriti nel disegno di legge potrebbe esserci anche la modifica alla tassa sul confine del carbonio. Nella bozza inoltre la Commissione suggerisce di realizzare otto modifiche alle regole di due diligence per renderle meno impattanti sulle aziende che dovranno monitorare i loro fornitori diretti e non più tutta la loro catena di approvvigionamento.
La legge sulla due diligence è stata approvata nel 2024 e dovrebbe essere attuata in modo incrementale dal 2027 ma con il pacchetto Omnibus molti suoi punti verranno rivisti e, tra questi, dovrebbe essere ammorbidito anche il requisito originale per le aziende di mettere in vigore un piano di transizione contro il cambiamento climatico.
È importante ricordare che, una volta emanati, gli emendamenti proposti richiederanno l'approvazione dei paesi membri del Consiglio dell'UE e dei legislatori del Parlamento europeo. Un passaggio delicato vista la contrarietà della sinistra a un allentamento delle regole ambientali con il gruppo dei socialisti e dei verdi che promettono battaglia. Non a caso, interpellata da Politico, Maria van der Heide, responsabile della politica Ue presso la Ong ShareAction, ha affermato che «se confermata» la legislazione Omnibus è «sconsiderata». Intanto si continua anche a discutere sul dossier più delicato del Green Deal: lo stop alla produzione dei motori endotermici nel 2035 con una prima parziale retromarcia sui motori ibridi.
La Commissione europea dovrebbe infatti adottare un approccio tecnologicamente neutrale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2035 non solo con le auto elettriche ma anche con altre tecnologie come i carburanti sintetici (e-fuel) e i veicoli ibridi plug-in e con range extender. È ormai solo questione di tempo e le eco follie europee verranno smantellate sotto i colpi della dura realtà.
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