Ormai viveva chiusa in casa da un bel po', con la paura di incontrare l'ex marito, un uomo violento con il quale aveva una relazione asfissiante e malata che neppure la separazione era riuscita a rendere meno turbolenta. Nonostante lo avesse denunciato, continuava ad essere terrorizzata da lui, soprattutto da quando le aveva promesso di sfregiarla con l'acido, per poi ucciderla e seppellire il suo corpo in un terreno. Era stata la suocera ad avvertirla delle intenzioni del figlio e lei sapeva che lui ne sarebbe stato capace. Da quel momento dunque la sua vita non è stata più la stessa. L'aveva messa in pausa per non rischiare di ritrovarselo davanti mentre camminava per strada e fare una brutta fine.
Adesso l'incubo di Francesca, (il nome è di fantasia, ndr), 36 anni, di Napoli, madre di due figli minori, è finalmente finito grazie alla tecnologia. La giovane donne può ricominciare ad uscire, a portare i figli a scuola e a vedere le amiche senza timori. Perché ieri i carabinieri della sua città le hanno consegnato il primo smartwatch antiviolenza, uno speciale device - ribattezzato Mobil Angel - che la proteggerà quando camminerà per strada: le basterà premere un tasto per lanciare un Sos e far accorrere le forze dell'ordine, che potranno rintracciarla tempestivamente. L'orologio intelligente, infatti, il primo di 45 esemplari che saranno presto distribuiti ad altrettante vittime di violenza, è provvisto di un sistema di allarme collegato direttamente alla centrale operativa dell'Arma che, in caso di necessità, potrà offrire un intervento immediato grazie ad un sistema di geolocalizzazione in tempo reale fornendo ai soccorritori coordinate geografiche precise.
È così che Francesca ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell'ex marito e delle sue minacce. «Sono costantemente sotto controllo ma sono contentissima - racconta la donna - ora posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare».
L'annuncio del progetto pilota era stato fatto lo scorso 30 novembre dai carabinieri del comando provinciale di Napoli, con la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli. Ieri il primo smartwatch del Sud Italia è stato affidato a Francesca negli uffici della caserma Pastrengo di Napoli. Dopo la sperimentazione il progetto sarà esteso a Milano e Torino, dove verranno individuate altre donne in difficoltà per consegnare loro altri orologi intelligenti.
Il Mobile Angel rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Nell'ambito dello stesso contesto di tutela è stata istituita anche la cosiddetta «stanza tutta per sé», un ambiente protetto dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. Nel territorio della provincia di Napoli sono state istituite stanze a Capodimonte, Ercolano e Caivano, dove le donne che stanno vivendo storie di maltrattamenti o sono sotto minaccia troveranno carabinieri specializzati nella gestione dei reati di questo tipo.
«Tutto ciò che può aiutare le vittime di violenza di genere è benvenuto - commenta l'avvocato Giovanna Cacciapuoti, legale di Francesca - siamo felici che la tecnologia venga
impiegata per fronteggiare la violenza domestica, in modo da tenere la vittima sotto controllo costante. Ovviamente è di fondamentale importanza anche se, nello stesso tempo, rappresenta una limitazione per chi lo indossa».
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